100 fatti su Chernobyl (che sicuramente non conosci)

Attenzione spoiler

Il contenuto di questo post potrebbe in qualche modo anticipare informazioni della tua visita a Chernobyl. Per quanto mi sia limitato ad illustrare alcune delle pagine più interessanti del libro, ciò potrebbe portare in qualche modo a modificare le tue aspettative sul tour di Chernobyl.

Consiglio la lettura di questo post il giorno prima del tour, per avere bene in mente i punti ed i luoghi salienti del viaggio.

Nell’ultimo viaggio a Kiev, mentre passeggiavo con le mani in tasca lungo la via Khreschatyk, sono incappato in un negozietto di souvenir un po’ diverso dagli altri, motivo per cui decisi di entrare per vedere cosa offriva di alternativo.

Sono uscito con due libri: uno su Kiev ed uno su Chernobyl.

Quello su Kiev non mi è piaciuto particolarmente; mi son lasciato ingannare dall’indice, dalla copertina e non ha soddisfatto le mie curiosità sulla città. E’ il classico libello, con qualche informazione sulla città, qualche foto e molti dettagli storici.

Quello su chernobyl è stato invece uno dei migliori acquisti. Si intitola .

Il libro

La copertina ha un touch&fell strano. E’ rigida, lucida, liscia e gommata. Ogni volta che lo prendo in mano ho il dubbio sia sporca di una qualche sostanza oleosa usata per la lavorazione, ma non lascia residui sulle mani per cui concludo che semplicemente è così.

Copertina
Copertina

L’intero libro è strutturato per essere diviso in 100 capitoli di 1, massimo 2 pagine l’uno, in cui vengono raccontati 100 fatti su Chernobyl che spaziano dalla storia, alle leggende, al presente, alla sua organizzazione. Non è il solito libro di storia con una sterile narrazione dei fatti: il suo contenuto è realmente un valore aggiunto per chi lo legge. Inframmezzate alla narrazione, numerosissime e singolari foto aiutano il lettore nel suo percorso di approfondimento.

E’ un libro-perla da avere nella libreria, di quelli che ogni volta che lo prendi in mano ti torna alla mente del viaggio, delle emozioni, del preciso momento in cui hai deciso di acquistarlo nonostante il prezzo, nonostante tutto.

I 100 fatti: lo sapevi che…?

Sono 100 ― e di questi ero al corrente solo di alcuni. Riporto i più interessanti tra quelli che riguardano l’Exclusion zone, un fazzoletto di terra ucraina in cui il tempo si è fermato definitivamente. Come un insetto che rimaneva incastrato nell’ambra, così Il Tempo rimaneva incastrato in questa terra in un posto ― la zona di alienazione ― che non è più sulla mappa.

«Atomograd» e Chernobyl

Pripyat veniva chiamata Atomograd ― sebbene ora abbia solo la fama di una città post-apocalitica. Era il “dormitorio” della zona industriale che gravitava attorno ai reattori nucleari. Veniva costruita nei pressi del fiume Prypiat.

Chernobyl prende invece il nome dal fiume adiacente ed era il centro amministrativo. Ora la città è abitata dai samoseli, persone tornate nella città dopo il 1988. Negli anni successivi al disastro erano fino a 1000; nel 2016 se ne contavano 158. Una volta a settimana un negozio mobile porta cibarie.

Il Nuclear Power Plant

Veniva individuato come posto ottimale per la costruzione dei reattori l’area rurale di Kopachi, nei pressi del fiume Pripyat. In quest’area è individuabile anche la cooling tower ― emblema del tempo che si è fermato per sempre: alta 107 metri e larga 30, era in fase di costruzione per servire i reattori no. 5 e no.6 che sarebbero entrati in funzione da lì a poco.

I check-point

L’exclusion zone è suddivisa a sua volta in due aree concentriche: la 30-km exclusione zone e la 10-km exclusion zone, la più inquinata e pericolosa. E’ possibile accedere all’area di 30 km di raggio mediante il check-point di Dityatky, l’unico dei 20 attraverso cui turisti e delegazioni possono accedere all’area; i restanti solo ad uso esclusivamente militare.

L’Arch-2

Il sarcofago contenitivo attualmente visibile è chiamato arch-2 ed è stato inaugurato nel il 30/11/2016 ― esattamente 30 anni dopo il primo sarcofago che venne costruito in appena 6 mesi ed inaugurato il 30/11/1986.

L’ospedale #126

All’interno di Pripyat, nel suo piano interrato, tutto è stato lasciato come quel sabato senza fine dell’Aprile del 1986. Dopo la catastrofe veniva rilocato in Chernobyl. Oggi è poco più di un’infermeria che provvede ai bisogni essenziali

Il ponte della Morte

Dal NPP si arriva a Pripyat attraversando questo ponte ― passato alla storia con questo nome infausto.

La piscina

La piscina Luzurny a Pripyat ha continuato a funzionare fino al 1990 ― anno in cui veniva chiusa con la fine dei lavori di bonifica dell’area, sia perchè non era più necessario tenerla in funzione sia perchè non era stata più manutenuta

Il parcogiochi e la ruota panoramica

La ruota panoramica ― la cui inaugurazione era prevista entro qualche giorno insieme al parcogiochi ― era stata prodotta a Ejsk da un impianto iperspecializzato che produceva questo genere di strutture per tutto l’URSS.

L’autoscontro era parte di un progetto di svago che il Ministero della Cultura dell’URSS aveva promosso in varie città e di fatto rappresentava uno standard. Ogni autoscontro prodotto includeva 8 vetture ma solo 2 erano accessibili al pubblico. Il progetto ed il design erano acquistato direttamente dal Giappone ed adattato all’economia ed ai materiali russi con la rimozione degli extra e la sostituzione dei materiali originari con altri più economici e più diffusi nell’URSS.

Bucket

L’oggetto più radioattivo è una benna meccanica usata per rimuovere i detriti. Chiamata amichevolmente Bucket (con la B maiuscola), è stata abbandonata in mezzo alla strada subito dopo aver cessato di essere usata. Emette dai 2 ai 4 mR/h.

I sensori ARMS

All’interno della exclusion zone si trovano 13 postazioni di cemento 3 x 6mt con all’interno dei sensori di rilevamento del livello di radiazioni. Quattro di questi si trovano nell 10-km exclusion zone. Compongono il netwoek di sensori alla base dell’ARMS: automated radiation monitoring system.

La stazione metereologica

Operante dal 1909, dal 1977 era stata inserita nel network di sensori adibiti al monitoraggio dei livelli radioattivi di fondo. La stazione funzionò fino al 5 Maggio.

Attualmente monitora 24/24 ― 7/7 la direzione del vento e la velocità, la pressione atomosferica, la temperatura dell’aria e l’umidità, la temperatura del suolo, le precipitazioni, la nuvolosità, la visibilità, i livello di radioattività gamma, l’inquinamento dell’aria e la radioattività delle precipitazioni. Ci lavorano 7 team, che lavorano alternandosi con turni di 15 giorni l’uno ― ogni team composto da tre tecnici.

La chiesa di Santa Elijah

Ogni anno alle 1.23 del 26 Aprile la campana della chiesta, nominata Bell of Sorrow, suona. Gli sciacalli tentarono di fare irruzione nella chiesa ma rimasero mutilati e sfreggiati durante l’operazione: si dice che San Nicholas la protegga.

All’interno è conservato dal 2003 un dipinto consacrato nella Kiev-Pechersk Lavra che raffigura al centro Gesù, ai suoi lati l’Arcangelo Michele e la Vergine Maria. E’ una rappresentazione unica nel suo genere e nella religione ortodossa tutta perchè oltre alle icone religiose rappresenta facce di persone: a destra i liquidatori, vigili del fuoco e personale del NPP; a sinistra le anime delle vittime di Chernobyl.

La foresta rossa

Foresta composta da pini e conifere.
Il livello di radiazioni necessario per far morire un pino è 4 volte inferiore rispetto al livello dell’uomo. Le radiazioni che colpirono gli alberi di questa foresta bruciarono in 30’ e virarono il colore prima in rosso e poi in ginger. E’ in questa foresta che si trovava il famoso “albero a croce” per via della sua particolare conformazione.

L’eterno attracco

In una penisola tra il fiumepripyat e chernobyl si trova un porticciolo in cui una mini flotta di navi rimarrà ancorata in eterno

Monumento dei Vigili del Fuoco

E’ il monumento più famoso tra quelli presenti nella Exclusion Zone ed è dedicato ai pompieri e a tutti coloro i quali parteciparono a mettere in sicurezza la zona.

L’iscrizione ai piedi della statua tuona in modo perentorio, affinchè il ricordo sia sempre vivo nei secoli dei secoli:

To those who saved the world.

ovvero

A coloro che salvarono il mondo

Il monumento non fu creato da scultori professionisti: vennero prima realizzate le figure con gabbie di fili sagomate, successivamente rinforzate con cemento e poi vestite con divise dei vigili del fuoco ― a loro volta rinforzate con cemento.

E’ stato creato per il 10° anniversario del disastro.

Parco della Memoria

A guardia del parco si trova l’Angelo dell’Apocalisse con chiaro rimando all’ultimo libro della Bibbia nel Nuovo Testamento: l’Apocalisse.

Esso recita che una stella dalla luminosità superlativa e mai vista ― scese sulla Terra nel momento in cui l’Angelo suonò per la terza volta la sua tromba. Scesa sulla terra essa trasformoò 1/3 delle acque in Assenzio ― e molti uomini morirono a causa sua, perchè erano divenute amare.

Chernobyl-2

Era una cittadina nei pressi della grande antenna Duga-3, costruita per esclusivo uso militare e fornita di tutte le strutture ed infrastrutture per una qualità di vita comfortevole. Abitavano 1500 persone ed era presente l’asilo, una discoteca, una scuola, negozi vari e servizi sanitari.

Slavutych: il fratello di Pripyat

Subito dopo l’incidente iniziò la costruzione di di Slavutych, il fratello più giovane di Pripryat. Il nomne deriva da uno degli antichi nomi di Pripyat.

E’ considerata come l’ultima città costruta nell’URSS: aveva una prospettiva internazionale volta a vantare i vari angoli dell’Unione, con quartieri a tema sulle varie capitali delle regioni da cui essa era composta. Esempio il quartiere Yerevan ― costruito ispirandosi alla capitale armena ― era equipaggiato con barbeque.

La volpe Simeone

Celebrità della Exclusion Zone: non solo non ha timore delle persone ma anzi si avvicina spontaneamente ai turisti. E’ presente anche come pagina social su Facebook.

I Cavalli della Mongolia

Il viaggiatore russo Nikolai Przhevalsky durante il suo viaggio in Mongolia descrisse nel 1879 un tipo particolare di cavallo Przewalski che ― dal 1970 si riteneva definitivamente estinto all’infuori delle riserve. All’inizio del 20esimo secolo vennero portati 50 cavalli dall’Asia all’Europa. Nel 1988 ― 22 di questi cavalli vennero fatti acclimatare in questa zona ― e da allora vivono e si riproducono in questo habitat incontaminato e lontano dall’Uomo.

Il pesce gatto Gigante

Un’altra celebrità della Exclusion zone è il Pescegatto presente nell’acqua del canale che dalla Torre di Raffreddamento portava l’acqua nel NPP. Il suo nome era Borka. La sua storia è triste: per quanto i pesci in questa zona non siano edibili, qualcuno provò a pescarlo con un amo e lo strattonò contro la banchina in cemento “per divertimento”, Il pesce rimase con l’amo incuneato nella bocca (la sua testa era circa 50cm) per due settimane.


Questi e molti altri fatti sono contenuti nel libro che vale la pena leggere e gustare, anche a più riprese, per rivivere una Chernobyl spesso misconosciuta perchè associata alla catastrofe nucleare ― che spesso ci fa dimenticare che Chernobyl ― prima del 26 Aprile del 1986 ― era una ridente cittadine popolata da migliaia di persone, all’avanguardia e vetrina del progresso tecnologico ed industriale dell’URSS a cui è spettata la sfortuna di un triste epilogo.

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