In viaggio verso Georgia-Azerbajan

il viaggio ed i preparativi

La domanda è ricorrente, ad ogni nuova partenza: cosa mi porto?
Ed anche nel viaggio che mi appresto ad iniziare, la domanda ricorre in modo via via più insistente man mano che si avvicina la data della partenza. Son di ritorno da un viaggio di 10 giorni ai piedi del Caucaso, i ricordi ancora freschi, lo zaino appena disfatto, per rimettere tutto in ordine.
Chi mi segue su Instagram ha già avuto qualche assaggio di questa avventura.

Va messo ordine ai ricordi, perché è stato un susseguirsi talmente rapido di eventi ed emozioni e sicuramente qualcosa mi è sfuggito.
Va messo ordine ai souvenir: questa volta ho preso dei simpatici ricordi, un po’ diversi dal solito, oltre invece alla solita cartolina, al solito magnete da frigo, alla solita spilla.

Ma andiamo con ordine.

Il biglietto aereo

A metà Luglio ho trovato un’offerta interessante (magari non conveniente ed irresistibile, ma ho deciso che non era più il caso di aspettare) su Kiwi.com da Cagliari a Kutaisi A/R per fine settembre e ho prenotato.

Finalmente Georgia

Anni fa, durante un’esperienza all’estero, conobbi dei colleghi georgiani che ― con i loro racconti ― mi fecero incuriosire e quasi innamorare della loro terra: il vino, il sole, la storia, la voglia di riscatto. Mi dissero: “i georgiani son molto più simili agli italiani di quanto tu creda”.

Però non avevo mai trovato un’offerta interessante. Anche perché, chi ci vuole andare davvero in Georgia se non georgiani e qualche altro matto?
Ma ecco che, in una calda notte d’estate, mentre con svogliatezza cercavo qualche offerta, l’illuminazione.

Nel 2015 ho conosciuto la Georgia come nazione, come storia, grazie ad un collega e compagno di dormitorio, Dato. Dato aveva un amico azero, di nome David. E vivevano nella stessa stanza. Non mi ero mai interessato all’Azerbaijan, finchè non ho visto sulla cartina che effettivamente Georgia e Azerbaijan sono vicini di casa.

Nel 2019 riesco a visitarla.

Lo zaino

Questa volta la permanenza sarà un po’ più lunga delle altre volte: 11 giorni. Tanto più che avrò a disposizione un solo zaino.
L’itinerario teorico prevede visita alle principali città georgiane (Tbilisi, Kutaisi, Batumi), alcune escursioni (Kazbegi, Mestia, Cave di Prometeo e Canion a Kutaisi) con una visita extra a Baku di alcuni giorni.

Poche cose utili: the less the better.

Oltre alla borsa fotografica Manfrotto con tutto il suo materiale con probabilità avrò bisogno di altri accessori, non strettamente necessari, ma sicuramente utili.

Lo zaino che porterò è uno zaino in tela Converse, in pieno stile wanderlust. Ammetto non sia comodissimo soprattutto dopo riempito a dovere, però ci sono affezionato ed è stato compagno inseparabile di viaggi dal 2015 e non mi sento (ancora) di sostituirlo con uno più moderno, comodo, ma senza rapporto affettivo. All’interno ho messo la borsa Manfrotto.

Ho parlato di alcuni degli oggetti elencati in questo post 😉

Itinerario

Col senno di poi, a scriverlo, è stata una corsa continua. Son state poche le volte in cui ho dormito due notti nello stesso posto. E’ croce e delizia di un viaggio in Georgia per chi ha poco tempo.

Giorno #1: arrivo a Kutaisi la notte prima, giro della città, pomeriggio al monastero di Gelati.
Giorno #2: partenza la mattina per Mestia mediante turboelica messo a disposizione da VanillaSky. Ushguli.
Giorno #3: Mestia ed esplorazione di Koruldi Lakes.
Giorno #4: partenza all’alba per Batumi, giro nel lungo mare.
Giorno #5: partenza per Tbilisi in treno, pranzo e giro in centro. Partenza per Baku (Azerbaijan) con treno notturno.
Giorno #6: giro in centro per Baku e notte.
Giorno #7: tour organizzato della penisola del Qobustan e partenza nella notte in treno per Tbilisi.
Giorno #8: Tbilisi, tour della città.
Giorno #9: tour da Tbilisi per Kazbegi.
Giorno #10: tour (da Tbilisi) per le cave di Prometeo ed il Canion Martvili, notte a Kutaisi.
Giorno #11: all’alba, la partenza.

In 10 giorni, questo è stato il massimo che son riuscito a fare. Sono cosciente di aver saltato molte cose, ma sono più che soddisfatto di questo assaggio di Georgia.

Mucche per strada a parte ― noleggerei sicuramente un auto. Sia per non affidarmi ai numerosi driver abusivi con auto dalla dubbia affidabilità e dall’improbabile sicurezza su strada, sia per risparmiare vario tempo tra gli spostamenti, e decidere quando fermarmi e dove.

La Georgia si gusta solo in uno slow traveling, senza ansia di orari, di coincidenze.

Il visto 🇬🇪 ― 🇦🇿

Per l’ingresso in Georgia non occorre visto per i cittadini italiani (Luglio 2019); occorre però il visto per l’ingresso in Azerbaijan. Il sito Viaggiare Sicuri è come sempre dettagliato e riporta che il visto debba essere richiesto dal sito https://evisa.gov.az/it in formato elettronico.

La proceduta è semplice, guidata e Step-by-Step grazie alla nuova interfaccia messa a disposizione. In Italiano.

La guida? 📕

Purtroppo la mia casa editrice preferita, la DK Eyewitness, non ha stampato alcuna guida nè per la Georgia nè per l’Azerbaijan.

Per quanto abbia in profonda antipatia le guide Lonely Planet (che paragono ad un elenco telefonico, poche immagini e tanti indirizzi inutili), per questa volta dovrò farmela bastare.
Superato il ribrezzo iniziale, ho acquistato il formato kindle della guida .

Nemmeno la guida Georgia ― Bradt Travel Guides che rispecchia il mio ideale di guida, con tante immagini e descrizioni, e da una prima occhiata sembra essere molto interessante.


Ogni settimana da oggi in avanti pubblicherò il diario di quelle che son state le mie giornate, di quel che ho visto, di quel che ho sentito. Confido nel fatto di riuscire a convincervi a dare una chance ad un posto non esattamente meta di turismo ma che merita forse molto più di altri posti blasonati.
Anche perché, chi ci vuole per davvero andare in AZERBAIJAN?


Il prezzo da pagare è alto in termini di pazienza e scomodità. La Georgia non offre modalità di spostamento comode, veloci. E forse deve il suo fascino proprio al fatto che viaggiare in Georgia vuol dire vivere con le persone del posto. Errare da una parte all’altra è faticoso, ogni km lascia il segno. Spesso è necessario farsi capire in russo, perché in pochi e solo i giovani parlano in inglese.

Posso però dire che un’altra ex-repubblica socialista sovietica è stata visitata. Ora mancano quelle centro asiatiche. Più austere, difficili, insidiose. Non vedo l’ora.

oppure
Continua a leggere