Kyrgyzstan

Esplorando Bishkek

Ep. 6

Bishkek. Ora posso respirarla e viverla con tutta la tranquillità di chi sa di aver passato l’esame. Ricordo quando — sulla torre panoramica che altro non era che un vecchio deposito per l’acqua a Bukhara — ne leggevo il suo nome. E leggerlo mi emozionava. Lo immaginavo in mezzo al nulla, e per raggiungerlo bisognava lottare, soffrire, vincere se stessi.

In verità le cose sono andate un po’ diversamente.

La Libertà
La Libertà

Per raggiungerlo non abbiamo dovuto soffrire nemmeno una curva, e ci siamo risparmiati — forse anche grazie ad un po’ di lungimiranza — una tossinfezione alimentare.

Il pane è servito
Il pane è servito

Ed è così che l’ultima sera usciamo per il gusto di uscire e di vedere gli stessi posti visti di giorno, ma di notte: abbiamo già visto quasi tutto, ci manca solo viverne i vibes. @frupari ha ormai imparato a leggere il cirillico e legge ogni insegna come fanno i bambini appena imparano a leggere l’alfabeto. Qualcuna l’azzecca anche.

Camminiamo con le mani in tasca lungo la Chuy Avenue — che passa attraverso la piazza Ala-Too. Fa freschino, siamo a metà Settembre. Ma non è per nulla fastidioso. Osserviamo i ragazzi del posto che vivono esattamente come noi, a cui piacciono esattamente le nostre stesse cose.

Potrebbe apparire una cosa scontata, ma non lo è affatto.

Ma ripercorriamo come siamo arrivati fino a Bishkek.

Il rientro da Song-Kul

Il percorso da Song kul a Bishkek
Il percorso da Song kul a Bishkek

Scendiamo dall’altipiano di Song-Kul, riprendiamo l’asse maestro Naryn-Kochkor e ci dirigiamo verso Nord, fino ad arrivare a Kochkor.

Qui la prima cosa che facciamo è cercare un gommista. L’idea di non avere più nè compressore portatile nè una ruota di scorta non ci fa stare per nulla tranquilli, e le gomme montate ci hanno dimostrato di essere poco affidabili — usate sulle strade del Kyrgyzstan: alla prima sostituzione ci era stato detto che a cedere era stata la riparazione pre-esistente…

Cerchiamo un gommista, lo troviamo lungo la strada maestra ma con qualche difficoltà: è uno sgabuzzino e si mimetizza con le altre botteghe. Il prezzo per la sostituzione è sempre lo stesso: 500 som (circa 5€).

A differenza della prima volta però mettono in pratica una sostituzione con fusione a freddo con compressione prolungata della ruota e siamo costretti a rimanere di fronte alla bottega, con un sole cocente, per circa un’ora.


Con la ruota aggiustata e con la ruota di scorta funzionante nuovamente a disposizione ripartiamo verso Bishkek. Ci mancano 200km ovvero circa tre ore di viaggio e dobbiamo essere a Bishkek entro le ore 18 pena il dover pagare un giorno in più per l’auto.

La strada del ritorno è nuova, scorrevole, senza particolari dissesti — e si articola in curve rapide e continue salite e discese, nella valle delle montagne che contornano, a Ovest, il Lago Issyk-Kul.

E’ una strada a due corsie, una per senso di marcia, ed è trafficatissima di camion con targa cinese.

Superarli è difficile ma non impossibile, e farlo in sicurezza è comunque fattibile per la presenza di appositi tratti di strada studiati per questo scopo.

Per risparmiare tempo decidiamo di non fermarci lungo il percorso per pranzare, ma sgranocchiamo qualcosa durante il viaggio.

Benzina con prezzi decisamente accessibili
Benzina con prezzi decisamente accessibili

Ritornati “in pianura”, sulla direttrice Cholpon-Ata - Bishkek, poco dopo Kemin ci aspetta una grande sorpresa: la temperatura esterna raggiunge i 39 gradi ma decidiamo di non accendere il condizionatore per preservarci i polmoni dopo tutta la polvere raccolta a Song Kul — motivo per cui decidiamo con fare stoico di proseguire con finestrino abbassato e grande pace dell’anima.

Pace che viene interrotta da @frupari che, improvvisamente, ha il desiderio di mangiare delle mele da uno dei tantissimi venditori di mele che lungo strada proponevano i loro prodotti. Pertanto, dopo varie insistenze, decide di fermarsi e far interagire il sottoscritto con i venditori che…son due bambini di 8 anni. Non sembrano comprendere al 100% il mio russo, tanto che per due mele mi chiedono 100som (1€!) 😃 Trovando l’affare poco conveniente, rimaniamo senza frutto e proseguiamo con solo acqua e speranze verso la capitale — cercando di ripristinare tutte le perdite idriche date dalla sudorazione con lunghe bevute d’acqua.


Arriviamo a Bishkek alle 17; siamo più leggeri e più sereni.

Si conclude un sogno, una digressione in un universo parallelo. Torniamo alla realtà, fortificati ed inorgogliti.

I due giorni che ci separano dal volo di rientro, in prospettiva, ci appaiono come una villeggiatura. Ci sentiamo più protetti.

La città dei contrasti

Bishkek è una città di poco più di un milione di abitanti.

Il suo nome originario era Frunze — rinominata poi successivamente Pishkek e quindi Bishkek dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

Da quel che recita la pagina Wikipedia il nome avrebbe origine dal nome della pagaia usata per versare il kumis.

Il precedente nome, Frunz — derivava dal nome di Mikhail Frunze che era un politico sovietico rivoluzionario comandante dell’esercito.

Il nome Frunze è rimasto in essere dal 1926 al 1991.

Lungo la sognante via della seta nasceva come stop delle caravane che si dirigevano verso la Cina.


Bishkek vi stupirà — non per quel che riguarda il suo patrimonio artistico (chi mi legge da un po’ ormai sa che per me non è bello ciò che è artistico ma è bello ciò che è storico).

E’ una città moderna, dinamica, caotica, grande, multiforme. Lontani comunque dalla più tecnologica e socialmente (forse) più occidentale città di Almaty.

Anni luce di distanza dal punto di vista colturale rispetto alle città dell’Uzbekistan, con cui spartiscono forse appena il confine.

La vicinanza con la Cina apparentemente non si sente.

L’aeroporto di Bishkek è internazionale e al suo interno troverete addirittura una lounge accessibile con Priority Pass.

Le sue strade sono asfaltate e nelle vie il telefono segna il 4G+ con la connessione ultrarapida.


Come ogni città — anche a Bishkek regnano i contrasti che, forse per un bias ed una fissazione ormai indifferibile nel tempo — mi porta a notare in modo irrazionale i contrasti, soprattutto economici, ma anche sociali, che la città ha da offrire agli occhi del visitatore.

In verità — gli stessi contrasti potrebbero essere visti nella propria città, ma il fatto di esserci abituati o far finta di non vederli — ci rende un po’ più sensibili a certi scenari.


Le strade sterrate, polverose, aspre e dure, impervie ed impraticabili del centro della nazione — e son sicuro che i nostri occhi — con Song Kul non hanno comunque visto che una piccola parte di ciò che il paese ha da offrire.

Cosa vedere

Alcuni posti, tra quelli più interessanti, vengono qui riportati.

Piazza Ala-Too

Passiamo attorno a questa piazza, cercando di esplorarne ogni angolo ed ogni via, parecchio tempo.

Statua di Manas ed il State Museum
Statua di Manas ed il State Museum

Lo spazio antistante racchiude un’ampia piazza ornata da fiori rossi che rendono la piazza ancor più vivibile e gioviale.

Fiori, zampille e fontane
Fiori, zampille e fontane

La serie di cartelloni raffiguranti persone a noi ignote, su sfondo rosso, conferisce ulteriormente un aspetto caratteristico alla zona.

Un po' di storia

La piazza Ala-Too fu costruita nel 1984 per celebrare il 60esimo anniversario della Repubblica del Kirgyz e per ornarla ci fu piazzata la statua di Lenin che nel 2003 fu invece postata in un’altra piazza più piccola.

Nel 2005 è stata teatro di una grande manifestazione con 15 mila persone contro il governo che si concluse con due morti. La manifestazione prese il nome di rivoluzione dei tulipani.

Maggiori informazioni qui.

Apprezzerete, a mio avviso subito, il famoso pennone che regge la bandiera nazionale del Kyrgyzstan.

Ne avete sentito parlare nel libro piacevolissimo e brillantissimo di Sovietistan di Erika Fatland che — se non avete ancora letto — vi invito senza ombra di dubbio a dargli una lettura.

Purtroppo senza vento non risplende e non sventola.

Statua di Manas

Posizione su Google Maps qui.

Kyrgyzstan in una foto
Kyrgyzstan in una foto

Si trova in un’ampio spazio esattamente di fronte alla Ala-Too square, al centro.

Dietro si trova il State history museum, in passato chiamato Lenin’s history museum — mentre alla sua sinistra si erge imperiosa l’asta montante la bandiera della Repubblica del Kyrgyz.

Chi era Manas?

Manas è il protagonista di un poema epico appartenente alla letteratura kirghiza. Si dice sia in assoluto il primo kirghizo e le sue avventure coincidono con quella che è la storia della fondazione della Repubblica del Kyrghiz.

Le sue avventure mitologiche sono databili intorno al 1000 d.C. e vengono narrate le sue interazioni con i popoli delle regioni circostanti: i mongoli, i turchi ed i cinesi.

Potete trovare maggiori informazioni qui.

Chuy Proskektas

E’ la via che attraversa tangenzialmente la piazza Ala-Too. Sono presenti tanti locali, sia commerciali, sia ristoranti e pub, e la sera sembra essere la zona della movida. Durante la nostra passeggiata il meteo consentiva addirittura di rimanere a maniche corte senza avvertire freddo ma, anzi, in completo benessere. Passeggiamo molto tranquillamente, l’ultima sera, e senza fretta. Ci sembra di essere quasi di Bishkek, tanto ci sentiamo a nostro agio a girare per la città.

Cinema Ala-Too

Posizione su Google Maps qui.

Questa chicca viene direttamente dal gruppo Facebook Viaggiare in Europa Centro-Orientale, Caucaso, Asia Centrale, Medio Oriente.

Il caso ha voluto che proprio nel periodo della nostra permanenza a Bishkek un utente avesse scritto riguardo spot nascosti e meno turistici di Bishkek e parlasse proprio di questo cinema che è il più vecchio e famoso di tutta Bishkek.

Ci intrufoliamo e, appena capiscono che siamo turisti, non fanno resistenza e ci permettono di esplorarne l’interno.

Oak park

Posizione su Google Maps qui.

E’ uno dei parchi più antichi di Bishkek e molti dei suoi alberi hanno la stessa età della città di Bishkek.

Il primo albero in assoluto fu piantato nel 1890 da un botanico russo, tale Alexei Fetisov.

Nel retro del parco
Nel retro del parco

Il parco ospita al suo interno circa 90 sculture e può considerarsi un vero e proprio museo all’aperto.

Qui maggiori informazioni.

Monumento dell’amicizia

Posizione su Google Maps qui.

Ad Ovest della statua di Manas troverete questa immensa struttura, all’interno di un parco, che rappresenterebbe il legame che nel tempo si è instaurato tra il Kyrgyzstan e la Russia, seppur con le normali differenze culturali tra i due popoli.

Il monumento dell’Amicizia tra le Nazioni è composto da due colonne rivestite di marmo bianco alte 28 metri e fu costruito nel centenario nell’ingresso volontario del Kyrgyzstan nell’URSS nel 1974.

Statua di Lenin

Posizione su Google Maps qui.

Come in ogni città o paese avamposto della filosofia sovietica si trova una statua di Lenin a simboleggiarne l’appartenenza spirituale, filosofica e di idee.

Bishkek non fa eccezione.

In verità questo è l’ultimo posto che abbiamo visitato, l’ultimo pomeriggio a Bishkek. Volevo chiudere simbolicamente il viaggio con il saluto formale al principale sognatore su cui sogni è stata poi costruita l’immensa Unione Sovietica che tanto ci sta facendo appassionare.

Osh bazar

Posizione su Google Maps qui.

E come in ogni città del Centrasia che si rispetti non può mancare la tappa al mercato locale che è per definizione il luogo più caotico tra i posti che andrete a visitare.

All’interno troverete tutto ciò che immaginate e forse anche di più.

Spezie.

Frutta secca di ogni genere e forma
Frutta secca di ogni genere e forma

Ancora spezie — e anche semenze.

Banco delle spezie
Banco delle spezie

Questa volta ne abbiamo approfittato e siamo usciti con semini per coltivare, in casa, coriandolo, aneto ed altre erbette del Centroasia.

Frutta di ogni genere — ma anche carne e vegetali.

Autunno
Autunno

Ma anche pane di prima scelta

di ogni genere e forma

Senza contare la zona del vestiario, degli utensili da cucina o utensili in senso lato.

Incarna lo stereotipo del mercato centroasiatico solo per la confusione che regna sovrana e per le facce da people of Bishkek (in questo caso) perchè per il resto si ha una percezione ben diversa da quella avuta per esempio in Uzbekistan nei mercati di Bukhara o Khiva.

Ma soprattutto è possibile scorgere facce solcate dalla fatica di vivere e dal lavoro.

Oltrechè persone di tutte le età, dai più giovani…

…ai giovanissimi.

Mi aspettavo di più, e non è altro che un bazar come un altro, come tanti che si possono vedere in Centr’Asia: caotico, confusionario, pieno di minuteria, oggettistica, antiquariato e con un’ampia parte dedicata al cibo.

Ogni volta che metto piede in questo genere di posto non posso non notare come le condizioni igieniche spesso siano abbastanza carenti, talvolta le minime norme sono un optional. Eppure…

Eppure è un ottimo teatro per poter apprezzare, direttamente, la tipologia di persone che normalmente frequenza i bazar.

Un’altra Bishkek

Lasciamo un po’ le beaten tracks per addentrarci nelle varie viuzze e perderci, per qualche ora.

Vediamo una bishkek meno da vetrina rispetto agli sfarzi ed ai locali del centro, molto meno pettinata ma non per questo meno vera.

Apprezziamo certe installazioni per servizi di uso comune che fondono l’utile con il fantasioso — come questo cestino per i rifiuti di plastica.

Con strutture teoricamente strategiche assegnate ad edifici quasi fatiscenti, come (a caso) la Camera di Commercio.

Con strutture che invece vincono il tempo, costruite come progetto universale sovietico per attività commerciali, rialzate rispetto al piano stradale ma con un seminterrato capace di ospitare un’ulteriore attività commerciale.

Nei piani superiori, invece — abitazioni.

Ma la cosa che sorprende è il passaggio da aree apparentemente povere e degradate ad angoli estremamente curati.

Antico e moderno
Antico e moderno

Vi sorprenderà anche vedere come funzionano i principali incroci.

Passaggio pedonale

Premesso: Bishkek è una città davvero caotica e disordinata — con i countdown sopra i semafori che stonano con l’idea di cultura e di città ordinata…

Sia per il rosso che per la sola svolta a destra negli incroci — addirittura.


Come se non bastasse la rappresentazione fotografica di people of Bishkek ottenuta all’Osh Bazar — anche la periferia si presta ad immagini rappresentative.

Con questa che invece è la mia preferita

E per concludere questo cartello, posizionato di fronte ad una banca con una fila di persone in fila per l’ingresso.

Dove dormire

Da premettere che, ovunque prenoterete, avrete la possibilità di recarvi in centro o in qualunque altro posto tramite taxi con una spesa di 2-3€.

Come già discusso nel primo post avrete la possibilità di chiamare un taxi tramite Yandex Taxi.

Yandex Taxi
Vai

Il primo hotel in cui siamo stati — una volta giunti da Almaty ed in attesa di noleggiare l’auto il giorno dopo è il Madison ave Bishkek Hotel.

La seconda nostra permanenza, più prolungata, è stata presso il DE’ MAR Hotel.

In entrambe le occasioni ho voluto chiedere al receptionist di turno se la zona in cui ci trovavamo fosse sicura per poter fare una passeggiata. La risposta è stata, in entrambi i casi, assolutamente positiva — rimarcando come l’area fosse piena di telecamere e comunque non fosse una zona pericolosa per cui — attenersi alle normali norme di comportamento — sarebbe stato sufficiente per non avere grossi problemi.

Dove mangiare

Durante la nostra permanenza a Bishkek abbiamo provato Arzu restaurant, Niko (ristorante con cucina georgiana, il farneweh ci ha assalito!) e Navat chayhana.

Abbiamo mangiato tutte le volte estremamente bene, cose gustose e appetitose (più o meno) del posto.

Va però detto che quando si tratta di ristoranti siamo estremamente selettivi e raramente ci fermiamo nel primo che capita, se non dopo attento studio delle recensioni (nel nostro caso sempre e solo Google Maps o Trip Advisor).

Non è mancato, ogni volta che si è potuto, di provare l’airan (yogurt salato assaggiato per la prima volta a Budapest; non è sicuramente una botta di salute ma il suo gusto è senza eguali!

Tuttavia una volta non abbiamo resistito e, vedendo un campanello di gente che si accalcava, abbiamo deciso di provare il kvas che dal gusto ci ha ricordato dello yogurt con lievito.

Day-trip da Bishkek

In caso abbiate qualche giornata libera a Bishkek, qui una serie di idee su cosa fare.

Kol-tor lake

E’ un piccolo lago relativamente vicino a Bishkek e che potrete visitare tramite le gite di una singola giornata organizzate dallo staff di Applehostel.

Esiste la possibilità sia di arrivarci tramite un percorso di hiking sia a cavallo.

Walking tour

Il walking tour è sempre organizzato dallo staff di AppleHostel e vi porterà alla scoperta dei principali sightseeing di Bishkek.

Burana

Con una piccola ricerca su Google troverete varie organizzazioni che vi proporranno, a prezzi più o meno interessanti (folli), una gita di mezza giornata alla scoperta della torre di Burana.

In caso abbiate seguito pedissequamente il nostro itinerario saprete già di che si tratta 😃

Conclusioni

Il Kyrgyzstan rappresenta un notevole e difficile upgrade all’interno dei viaggi autunnali.

Iniziata l’esplorazione dei paesi post-sovietici con la Georgia e Azerbaijan e continuato con Uzbekistan — tralasciando la parte Europea — con questo viaggio di cui al tempo si trovavano davvero pochi itinerario ed informazioni, se non qualcosa in inglese — segniamo un deciso salto di qualità organizzativo. La tappa critica questa volta — in opposizione al lago d’Aral — è stata interamente organizzata da noi.

Abbiamo avuto alcuni problemi che con esperienza e criterio abbiamo risolto per portare a casa il risultato. Anche nei momenti di potenziale sconforto invece che sollevare problemi abbiamo trovato soluzioni.

Abbiamo imparato (che non ce n’era comunque bisogno) che spesso prima pensare e poi agire è la soluzioni migliore, ed il cervello sposta più che i muscoli e la forza bruta — che certe volte serve comunque.

Abbiamo però un motivo per volerci tornare: non abbiamo assaggiato il kumis.

Torniamo arricchiti, felici, contenti — con un desiderio: tornare.


Grazie a @frupari per avermi accompagnato — sperando che il prossimo sia sempre in Centrasia, sempre tra i monti, sempre tra nomi e posti leggendari.


Questo era l’ultimo episodio.

Se vuoi leggere quali sono stati i preparativi per il Kyrgyzstan puoi farlo su questo post.

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