Chi mi legge da un po’ lo sa ― non amo particolarmente i viaggi strettamente organizzati e calendarizzati. Preferisco vivere la giornata, decidere di volta in volta dove andare ― dove mangiare.
Stavanger rappresenta una deviazione sulla tabella di marcia.
Con (quasi) tutta la calma del mondo ― una volta rifocillati presso il Trolltunga Hotel decidiamo di metterci in marcia verso la prossima escursione: Preikestolen.
Tempo di viaggio stimato: 4-5 ore che, considerando i vari stop, le varie deviazioni, la pausa pranzo, avrebbe significato arrivare poco prima dell’ora di cena.
Mattina silenziosa, in quel di Odda.
Il viaggio
Nei pressi di Preikestolen l’offerta alberghiera si è rivelata un po’ scarna (non volevamo ripetere l’esperienza del Trolltunga Hotel con una stanza spartana, essenziale, con unico scopo quello di dare ristoro agli escursionisti), motivo per cui decidiamo di appoggiarci alla città più vicina: Stavanger.
Stavanger è stato nel momento della scelta un mero ripiego: nei piani originari non era nemmeno contemplata.
Eppure è stata una scelta di cui è difficile pentirsi.
Il percorso
Il viaggio da Trolltunga a Stavanger è stata forse la tratta più rilassante e piacevole tra tutte quelle del viaggio: pochi km da fare, tanto tempo e la possibilità di fermarci ogni qualvolta volessimo o ne avessimo la possibilità.
Partiamo dall’hotel, ma dopo pochi km siamo obbligati a fermarci.
E’ comunque incredibile come ad ogni angolo, ad ogni curva, la natura norvegese tenti di stupirvi ― e nella maggior parte dei casi ci riesca anche.
Cascate, torrenti, tonnellate d’acqua che si riversano dalle montagne al mare rendendo spettacolari scenari apocalitici ed impressionanti.
Scenari da contemplare, fotografare, riprendere ed ancora ammirare. Ma soprattutto ascoltare.
E riprendere all’infinito.
Erano da poco passate le 11 del mattino quando ― raggiunto nuovamente il mare e lasciatici alle spalle le catene montuose ― avvistiamo un grazioso tavolo in granito con vista fronte mare.
E così abbiamo unito utile e dilettevole: la mattina prima di partire abbiamo ben pensato di mettere a scaldare un po’ d’acqua e portare il thermos caldo per quanto fosse durato, nel caso ci fossimo voluti fermare per sorseggiare una tisana.
Pensato, detto, fatto.
Il tunnel
Per arrivare a Stavanger dovrete attraversare ― ancora una volta ― un fjordo; tuttavia questa volta non sarete costretti ad imbarcarvi nel traghetto ma dovrete necessariamente usare il tunnel sottomarino del Ryfilke ― lungo 14km. Tempo di percorrenza: circa 20 minuti.
Wikipedia recita: il tunnel di Ryfilke è stato aperto in data 30 dicembre 2019 ed è ― ad oggi ― il più lungo tra i tunnel sommersi del mondo. Corre sotto il fondo marino del Boknafjord e collega la città di Stavanger con la cittadina di Tau. E’ lungo 14.4km.
Il pedaggio ha un costo di 140kr per i veicoli a motore ― che si riduce a 56kr per i veicoli a zero emissioni.
Qui un video in fast-motion dell’attraversamento: un momento così meritava di essere ripreso dalla dash-cam.
Dove alloggiare
Per via dello scarso preavviso non abbiamo valutato attentamente le varie possibilità offerte dalla città e siamo andati sul sicuro prendendo una stanza city view presso il Radisson Blue Atlantic.
Onestamente mi aspettavo qualcosina in più dalla nota catena, per cui non mi sentirei di consigliarlo con fervore. A causa dell’impianto di riscaldamento rumoroso partito alle 23 ci siamo dovuti spostare di stanza. Sicuramente l’attenzione all’ospite è alta e le ammenities fornite con la room non sono da meno (prodotti Perricone MD in primis).
La view dal balconcino non è tra le più entusiasmanti.
L’hotel non dispone di parcheggio proprio ma troverete parcheggio (sia a pagamento sia lungo strada) proprio dietro la struttura.
Qualora decidiate di parcheggiare lungo strada ― prestate attenzione ai cartelli ed ai segnali integrativi (come raccontato nella sezione Guidare in Norvegia.
Al momento del viaggio il parcheggio lungo strada era permesso solo durante l’orario notturno ― dalle 20 alle 8.
Ciò non mi trattiene comunque dal piazzare la GoPro sul vetro per immortalare la notte che fa posto al giorno.
Il risultato però non è stato quello atteso ― motivo per cui ho deciso che non meritava di essere inserito in questo diario di viaggio :)
L’esperienza
Stavanger è la perla che non vi aspettate durante la ricerca di un letto per ristorarvi e prepararvi alla prossima escursione.
Merito anche delle sue strutture tradizionali in legno bianco ― trasmette calma ed appaga l’occhio; trasmette senso di pace e serenità.
La passeggiata lungo il porto vi porterà fino all’Ufficio Informazioni.
Da lì smarritevi e salite verso la collina: vi si apriranno una rosa di piccoli sentieri con selciato che vi porteranno nella parte più antica, preziosa e sorprendente di Stavanger.
Se poi, come nel nostro caso, vi troverete a passeggiarci al crepuscolo, la blue light del crepuscolo tingerà le case e renderà le vie ancora più curiose ed avvincenti.
Vi trovate nella Old town di Stavanger, una piccola area della città le cui case sono le antiche tradizionali norvegesi costruite con legno e dipinte di bianco, caratteristiche della zona e di tutta la norvegia.
L’Old Town o ― in norvegese ― Gamle Stavanger venne costruita tra il 1810 e 1870 durante il boom dell’economia locale dovuta al mercato delle sardine per cui vennero costruite una serie di case in legno e calcestruzzo per poter ospitare i vari mercanti e pescatori che gravitavano attorno al nuovo business.
Le sardine venivano conservate sotto sale e, successivamente, inscatolate.
Sul molo (nei pressi dell’Info point) sono ancora presenti vecchi edifici usati come teatro dei processi produttivi.
La zona ha conservato la sua identità primordiale, non concedendosi alle lusinghe del turismo che nel tempo sono state sempre più forti ― riuscendo a mantenere la sua identità originaria.
La parte più preziosa, romantica e affascinante della Gamle Stavanger rimangono le viuzze acciottolate ed illuminate ― la notte, in passato ― da lampade a gas che si insunuano tra le case in legno, ancora ben conservate e ben imbiancate.
Prendetevi del tempo e passeggiate tra le viuzze, senza risparmiarvi nel salire e scendere per i viottoli in cui si articola.
Studiatene (senza passare troppo per guardoni) con non-chalance gli interni di quelle che apparentemente appaiono come senza inquilini.
Il fatto interessante di queste casette fiabesche è la possibilità di prenderle in affitto con contatto diretto con il referente tramite AirBnb.
Volete provare a vivere dentro una bomboniera? Forse questa è l’esperienza che cercate.
Meritevole anche una passeggiata tra la fauna locale del parco dirimpetto al Radisson Blue.
Nulla di entusiasmante, sia chiaro, ma curiosa la cura e la pulizia con cui tutta la città è tenuta e conservata.
A causa dell’itinerario, Stavanger è stata vissuta come “città di passaggio”. Una giornata di calma l’avrebbe sicuramente meritata.
Cosa vedere
Nei pressi di Stavanger ci sono varie attrazioni che meriterebbero ― tempo permettendo ― di essere viste.
Per questo rimando apposita pagina su TripAdvisor.
Tuttavia posso annoverare:
- Le spade di Roccia
- Museo del Petrolio
- Escursione a Preikestolen ― di cui parlerò nel prossimo post
- Escursione a Kjeragbolten
- Visita in barca del Lysefjord
Dove mangiare
Non ho grandi suggerimenti da dare sul posto. Merito anche della camera con vista decidiamo di trattarci bene e ― dopo il trasloco di stanza ― ordinare delle ottime costine arrosto da Wolt.
Wolt è l’analogo di Deliveroo, Uber Eats oppure Just Eat in Norvegia ed in molti altri stati (Polonia, Bulgaria, Germania…). Il suo funzionamento è esattamente identico alle app che ormai sono entrate nella nostra quotidianità.
Una cosa, però, mi è piaciuta: permette di pagare tramite Google Pay ed evita il non sempre desiderato fatto di dover inserire i dati della propria carta in un’altra applicazione (che magari non userete mai più!).
Per l’occasione abbiamo deciso di servirci (previo double check delle recensioni su Google Maps…) presso il ristorante The Shack Sentrum (qui il riferimento).
Il tutto accompagnato da birra locale.
Tutto molto buono e bello.
Puoi leggere il day #4 qui.
Se invece vuoi leggere quali sono stati i preparativi per la Norvegia puoi farlo su questo post.