Perchè non prendere un Kobo (ma nemmeno un Kindle)

Son rimasto parecchi giorni a pensare se fosse o no il caso di scrivere un articolo tanto forte. Forte perchè ― a giudicare dal titolo ― sarebbe un inno contro il progresso, contro la tecnologia, e quindi un po’ anche contro il nostro “essere digitali”. Eppure, negli ultimi 9 mesi di uso intenso del Kobo Clara HD )** me ne sono quasi del tutto convinto. Ed è con un po’ di amaro in bocca, che lo dico e scrivo queste parole.

I motivi

L’esperienza del Kobo è in generale discreta. Permette ampia personalizzazione di carattere, dimensione, temperatura luminosa, ha ottima autonomia, il touch&feel è molto buono, con il suo display un po’ poroso sembra quasi di avere a che fare con carta vera. La batteria quasi mi fa dimenticare dell’ultima ricarica.
All’interno ho una quantità infinita di ebook.

Lo leggo sempre con piacere: quando sono in fila alla posta, in coda in un ufficio pubblico, quando devo “fare orario”. Lo apro, lo accendo, ed è subito lettura.

Ma allora perchè ho esordito con perchè non prendere un Kobo?
Perchè per il tipo di lettura che faccio semplicemente non è indicato.

Non è indicato un Kobo, non è indicato un Kindle. Sarebbe leggermente più indicato forse un Ipad o il mio vecchio ma sempre fidato Blackberry Playbook. Ma nemmeno loro mi offrono quel che cerco.

Perchè il problema è alla base: sto finendo di leggere, in questi giorni, Data Science for Dummies di Lillian Person @strategy_gal su Instagram. E’ il secondo libro della collana for Dummies che riesco a concludere ed apprezzare dopo Statistical Analysys with R. Di solito mi areno prima, nella prolissità di certi autori, che mi fanno perdere interesse nel contenuto.
Il libro in questione è stato acquistato da Google Books in versione epub, scaricato e inserito nel Kobo.
Il formato epub è semplicemente inadeguato a questo tipo di libri che necessitano di essere letti, riletti, sfogliati, risfogliati in modo saltatorio, da una nota ad un’altra, da una pagina all’altra.

Le soluzioni

Il libro in se mi è piaciuto, riconosco che mi ha insegnato qualcosa, ma non so che cosa. Se mi chiedeste di ripetervi nel dettaglio il contenuto dei paragrafi, avrei difficoltà. Il formato digitale è semplicemente inadeguato per i libri che vanno studiati, approfonditi, ristudiati, gustati.

E non è questione di Kobo, Kindle, Apple, Samsung.

E’ questione che lo studio come processo di apprendimento, come passaggio di conoscenza dall’autore che parla al lettore che apprende non necessita solo di fogli di carta stampata. Necessita di una penna (che a detta di molti è il mezzo con cui si entra in comunicazione con l’autore del libro), di un segnalibro, una serie di emozioni e sensazioni tattili, olfattive e mnemoniche che ogni libro da in modo unico.

Il processo di astrazione ed elaborazione dell’informazione necessita di tempo, non può essere ridotto al consumo rapido di parole attraverso un display.

Lo studio è il lavoro più faticoso di tutti: è sia fisico sia mentale; è sudore della fronte
Cit. di mia Nonna

Imparare costa tempo e fatica. L’immensità dell’informazione cui possiamo accedere ci fa disimparare ad imparare, credendo che basti una lettura fugace attraverso un display per sapere. La moltitudine di ebook che possono essere contenuti nel Kobo, poi, amplifica enormemente il concetto del consumismo dell’informazione come merce e non come valore aggiunto della persona.

Per questo, di tanto in tanto, mi faccio un regalo: se un libro ebook mi è davvero piaciuto, vado in libreria e lo acquisto.

L’unico problema (che mi fa sentire un po’ stolto, a sottolinearlo) ― è che spesso pago due volte lo stesso libro. Imparare ha un costo, per quanto l’era del digitale ci abbia fatto credere che possiamo sapere tutto subito e gratis.
Sotto l’ombrellone, il Kobo. Nella scrivania e nella libreria, un libro.

E per una lettura rilassante?

Per una lettura rilassante, senza impegno e da spiaggia ― o campeggio ― le cose cambiano notevolmente.

L’ebook reader è più indicato per letture sotto l’ombrellone, rilassanti e senza impegno rispetto ad un uso intenso per studio.


Le foto risalgono a quest’ultima estate trascorsa sulle bellissime coste sarde, mentre ― sotto l’ombrellone ― approfondivo l’argomento BigData e Data science.
In questo senso ― se siete interessati all’argomento e state muovendo i primi passi ― vi consiglio la lettura di questo post sulla programmazione R.

E voi? Per cosa usate il vostro ebook reader di fiducia?

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