I fatti avvenuti e narrati in questo post sono avvenuti tra il 28 ed il 29 Maggio del 2023 e sono stati poi raccolti nei mesi successivi.
Mancavano però i documenti fotografici che dovevano essere organizzati e processati.
Per questo motivo trovano pubblicazione solo in questi tempi.
Se mi avessero detto che, invece di tornare via terra dalla Lituania, sarei tornato via mare — è probabile che non ci avrei creduto. Invece, così è stato. Peraltro il tutto è partito dall’idea di prendere un traghetto da Klaipeda a Kiel (in Germania) che è una tratta sfruttata da molti pendolari dei Paesi Baltici che dall’Italia salgono in giornata a Kiel per poi dormire in traghetto e risvegliarsi in Lituania, riducendo così sia il tempo necessario ad arrivarci sia il numero di chilometri da percorrere.
Ma alla fine, come nella maggior parte dei casi, anche la modifica dell’idea originaria viene ulteriormente rielaborata: ed è così che da un traghetto innocente per accorciare i km del tragitto del rientro finiamo per aggiungere ulteriori chilometri.
Klaipeda 🇱🇹 — Karlshamn 🇸🇪
La tratta prescelta è quella che porta da Klaipeda a Karlshamn in XXX ore. Due passeggeri, cabina per la notte e auto al seguito per un totale di YYY €.
Imbarco alle ore 19:30 con arrivo previsto per le 8 del giorno dopo.
Per l’imbarco ci posizioniamo in fila ad uno dei svariati gate e attendiamo il nostro turno; una volta passato il gate ci viene dato un numero di corsia da seguire all’interno del porto per proseguire all’imbarco.
L’imbarco è ordinato e rapido.
Contestualmente all’accettazione al gate ci vengono fornite anche le chiavi digitali per accedere direttamente alla cabina, senza necessità di dover passare alla reception per ritirarle.
Per ottenere i lbiglietto, però, non siamo dovuti passare prima in reception.
Il traghetto: DFDS
L’imbarco è rapido, ordinato, sequenziale. Non ci sono perdite di tempo, tutto è prestabilito; le manovre all’interno sono ridotte al minimo. Non ci sono urla, non ci sono insulti — a differenza delle navi da e per la Sardegna per cui, ogni volta, c’è da farsi il segno della croce.
Le dimensioni sono più piccole rispetto a quelle dei traghetti che normalmente ed indifferentemente solcano il nostro Mar Mediterraneo di giorno e di notte, e forse ciò la rende più intima.
Il traghetto è di recentissima inaugurazione, e si vede. Gli aspetti esterni sono nuovi, nuovi sono gli interni, le camere, il bagno in cabina da suite.
Sul ponte l’aria è primaverile, fresca. Non è umido, stranamente.
All’interno un ristorante con una manciata di coperti all’interno, dal nome altisonante e rindondante, ci ricorda dove ci troviamo, dove stiamo andando
Il menù ci tenta, ma il timore che il mare sia mosso (non sono riuscito a trovare un meteomare con l’altezza e direzione delle onde) insieme al fatto che abbiamo con noi numerosi viveri ci trattengono dall’accomodarci.
La nave è nuova, pulita ma — soprattutto — silenziosa. Sul ponte non si respirano i gas di scarico puzzolenti e tossici delle navi su cui solitamente viaggio.
Al bar una serie di avventori poliglotti (come usanza in queste zone ai confini d’Europa) — che interscambiano russo, lituano, ucraino, inglese con la stessa abilità con cui io invece preparo un piatto di spaghetti — sono seduti al bar di bordo già dai primi istanti di permanenza a bordo. E, non sorprendentemente, si incuriosiscono alla mia esplicita richiesta di poter avere il discount pack delle celeberrime birre artigianali lituane Raudonu plitu, di cui ad onor del vero avevo assaggiato anni fa solo la rossa mentre ignoravo l’esistenza delle restanti.
Semplicemente eccellenti.
Approfittiamo del tempo risparmiato per merito dell’imbarco super efficiente per fare una passeggiata senza impegno sul ponte superiore, un po’ per fare orario, un po’ perchè effettivamente non era il caso di rintanarsi in cabina da così presto.
La vista non è dissimile da quella di un qualunque altro porto…
Il traghetto non è grande e gli ambienti interni sono ridotti a pochi servizi — tra cui il duty free, aperto dopo le 23.
E’ proprio il duty free di bordo, con una scomoda apertura alle 23, diventa il luogo più attrattivo dell’intera attraversata, dovendomi rifare dagli acquisti mancati alla Lidl di Klaipeda, considerato il fatto che la vendita di bevande alcoliche fosse vietata dopo le 15 non eravamo riusciti a fare scorta di bevande tipiche prima del rientro in Italia.
La cabina
La cabina invece è…una cabina. Sicuramente nuova, pulita, spartana.
Il bagno invece è spazioso, ampio, luminoso.
La notte
Durante la notte fortunatamente il mare è stato clemente ed abbiamo fatto una traversata riposante.
Arriviamo perfettamente in orario, all’alba — e lo sbarco è altrettanto ordinato e rapido come l’imbarco.
Il duty free
Il duty free offre un’ampia varietà di liquori lituani e svedesi, alcuni dei quali — lituani — ammetto di non aver mai nè sentito nè assaggiato.
Quale migliore occasione dunque per provarli?
Impressioni finali
Ottime, sotto tutti i punti di vista. Imbarco rapido, ordinato.
La navigazione è stata silenziosa, senza vibrazioni moleste o schicciolii strutturali.
Non siamo stati cacciati fuori dalle cabine con largo anticipo come sulle navi nostrane, la cui abitudine è ormai impunemente consolidata.
L’ora di arrivo è stata rispettata in modo meticoloso; qualcuno direbbe “svizzero”. Alla luce del viaggio inverce propenderei per definirla puntualità scandinava.
La Svezia
Nonostante sia presto il sole è alto nel cielo.
Abbandoniamo il porto e l’uscita non è tra le più semplici, con un quasi-scontro con uno di questi cartelli che si ergono dall’asfalto senza altra isola o barriera che li renda maggiormente visibili e dato il loro profilo sottile si nascondono agilmente negli angoli ciechi del piantone del parabrezza. L’inclinazione del cartello però fa intuire che non sia il solo ad aver avuto questo stesso pensiero.
La prima tappa che ci diamo è un negozio di alimentari, se non altro per ripristinare la nostra borsa frigo del ghiaccio con dentro gli alimenti più deteriorabili.
Borsa frigo che, nel frattempo, ha deciso di bucarsi iniziando ad allagare il tappetino dell’auto; evento per fortuna prontamente identificato dal mio occhio attento che ha potuto prevenire danni ben più gravi.
La nostra direzione è Malmö, in cui contiamo di arrivare con grande calma giusto all’ora di pranzo.
Studiamo la mappa ed identifichiamo Öresundsbron Viewpoint che ha tutto l’aspetto di un posto in cui poter mangiare con vista.
Puntiamo lì.
Il Pranzo
Da amante dei picnic con vista, riconosco che questo posto — dopo l’esperienza della Norvegia — è uno dei migliori in cui abbiamo avuto l’occasione di mangiare.
Cerchiamo un luogo appartato e comodo ed organizziamo gli strumenti del pasto.
Il tutto è reso poi più piacevole dal clima perfetto, mai umido, mai freddo, sempre adeguato — e dalla compagnia di alcune anatre.
Pranziamo e posizioniamo degli asciugamani all’ombra, non molto lontano, in cui ci riposiamo, prima dell’esperienza che ci aspetta.
Il ponte dell’Øresund
Il ponte dell’Øresund è il ponte strallato più lungo d’Europa, per un totale di 15km, che collega la città di Malmö a Copnhagen, inaugurato nel 2000.
Di questi 15km, la metà sono sospesi mentre l’altra metà è rappresentata da un tunnel sottomarino che garantisce così il transito delle imbarcazioni di tutte le dimensioni attraverso lo stretto.
L’ingresso alla struttura ricorda ancora una volta un comune casello autostradale, e di fatto quella è la sua funzione: riscuotere il pedaggio.
Il costo viene riscosso in corone svedesi (SEK) dal lato svedese ed in corone danesi (DKK) dal lato danese. Il costo è comunque analogo, ed è stato pari nel nostro caso a 711 SEK (circa 64€).
Il costo per il transito dal lato opposto è invece pari a 460DKK.
Godetevi l’attraversata, seppur la velocità sia a tutti gli effetti autostradale, ed ammirate l’immensa opera infrastrutturale ed architettonica che l’uomo è riuscito a costruire, plasmando a suo vantaggio le regole della fisica.
Di seguito una serie di foto della struttura:
Il confine di stato tra le due nazioni è proprio a cavallo del ponte.
Copenhagen
Arriviamo verso le 15 a Copenhagen e decidiamo di trattenerci per la notte del 29 maggio.
Il giorno del nostro arrivo è un giorno di pre-festivo per cui le strade principali che portano al centro sono temporaneamente chiuse. Il nostro hotel comunque rimane verso la periferia e non viene interessato dalle deviazioni.
Prendiamo possesso della camera, parcheggiamo l’auto per la prima volta per strada (gratuitamente e di fronte all’hotel perchè i giorni pre-festivi e festivi i parcheggi son gratuiti!) ed usciamo a fare una passeggiata.
Ero già stato a Copenhagen nel lontano Marzo 2016.
Questa volta l’esperienza è diversa perchè è una bella giornata di sole con tantissime persone in giro per strada ed è perfino in corso una maratona!
Dove dormire
Faticherete a trovare stanze in budget a prezzi accettabili, a Copnehagen.
La nostra scelta ricade su Wakeup Copnhagen.
Il letto è un piazza e mezzo, lo spazio della stanza impedisce di aprire contemporaneamente due valigie.
Le dimensioni della stanza sono sfruttate al massimo ed il bagno è letteralmente dentro la camera; una parete è rappresentata dal vetro (opaco) del box doccia.
Il letto è incastrato sotto la finestra richiede un po’ di agilità per raggiungere il secondo cuscino: meglio non alzarsi durante la notte.
Eppure, siamo stati comunque bene.
La Sirenetta
La sera del nostro arrivo il tempo è limitato, motivo per cui optiamo per recarci direttamente ad omaggiare la famosissima Sirenetta di Copnehagen.
Simbolo di Copnhagen è raggiungibile a piedi dal centro con una bella (ma lunga) passeggiata.
Per arrivarci passerete attraverso vari giardini, curati nella forma e nell’aspetto.
Con all’interno statue, fontane, zampilli.
Finchè arriverete di fronte all’oggetto della vostra visita qui:
La statua, raffigurante la sirenetta della famosa fiaba del celebre scrittore Hans Christian Andersen.
Era stata commissionata dal figlio del fondatore della birra Carslberg. Posizionata all’ingresso del porto nuovo della città è stata vittima negli anni di decapitazioni, amputazioni ed altri atti vandalici.
Quella che si ammira oggi è pertanto una copia realizzata in metallo per renderne più difficile il danneggiamento.
La sera inizia pian piano a farsi largo in cielo, così pure le temperature iniziano a ridursi. Sulla via del ritorno acquistiamo due pokè da un ristorante bio-vegano-naturista-salutista per consumarle in hotel. In hotel scopriamo però che la base della pokè era di pasta fredda.
Ed è proprio nei momenti successivi che si concretizza la proclamazione della quinta tappa dello _Europe Birthday Trip.
La maratona
Continuando la passeggiata in centro notiamo un bel po’ di movimento perchè proprio il 29 maggio si sta svolgendo la Royal Run con la partecipazione della famiglia reale danese.
Corrono tutti: uomini, donne, bambini e donne con passeggino; molti camminano.
Sembra esserci un’unica regola: l’importante è partecipare (e non rimanere a casa).
La Piazza del Municipio al momento del nostro arrivo è transennata.
Girovaghiamo per il centro di Copenhagen, a tratti sporco, fermandoci di tanto in tanto per riprendere fiato o bere una birra all’ombra di qualche albero.
Nyhavn
Posizione su Google Maps qui.
Uno degli obiettivi del nostro girovagare è arrivare al Nyhavn, uno dei quartieri più caratteristici della città.
Il nome significa porto nuovo e attualmente rappresenta il vecchio porto; si trova infatti nella parte vecchia della città.
Composto da case colorate, barche, ristoranti, bar e bancarelle. E un fiume di gente.
Ne approfittiamo per fare qualche foto, mangiare un hot dog e comprare calamite.
Proseguendo nella camminata non mancano edifici moderni e ponti di recente realizzazione.
Non mancano giovani che approfittano del bel tempo per stare in compagnia sulle banchine.
E noi decidiamo di fare altrettanto, per alcuni minuti.
Poi proseguiamo nella passeggiata.
La Frederiks Kirke o Chiesa di Federico (ma meglio nota come Marmorkirken) è una delle chiese di Copnhagen, ma famosa per la sua cuypola verde chiaro, ispirato al cupolone della Basilica di San Pietro in Roma.
Christiania
Posizione su Google Maps qui.
Christiania o Libera città di Christiania è un quartiere parzialmente autogestito da una comunità di 1000 persone circa all’interno della Città di Copnhagen.
Fontata nel 1971 viene amministrata sulla base di un’ideologia anarchico-pacifista che prevede la libertà di vendere droghe leggere ma il divieto di droghe pesanti, armi e automobili private.
Iconici i gate di ingresso ed uscita dalla città, come a rimarcare il fatto che si stia entrando in un mondo parallelo a quello reale.
E’ un quartiere molto colorato con mostre e bar aperti al pubblico. La via principale è la pusher street.
Utile visitarla in quanto rappresenta un esperimento sociale pressochè unico.
Giardini di Tivoli
Posizione su Google Maps qui.
E’ il secondo più antico parco divertimenti sopravissuto fino ai giorni nostri.
Fu inaugurato il 15 agosto del 1943.