EuropeBirthdayTrip 20-23: il folle ritorno

Ep. 6

I fatti narrati in questo post sono avvenuti tra il 28 ed il 29 Maggio del 2023 e sono stati poi raccolti nei mesi successivi.

Mancavano però i documenti fotografici che dovevano essere organizzati e processati.

Per questo motivo trovano pubblicazione solo in questi tempi.

Lasciamo Copenhagen alle spalle già alle prime luci dell’alba. Facciamo fugace colazione e complice anche il desiderio di non pagare il parcheggio dalle 8, alle 7:50 stiamo già caricando l’auto per la partenza.

Ci distanziano da Pavia circa 1600 km e la nostra idea è quella di percorrere quanti più km possibili nella giornata che ci apprestiamo a vivere così da lasciar il minor numero di km il giorno successivo e poter arrivare a Pavia magari per l’ora di pranzo del giorno successivo. Per questo motivo viviamo l’avventura e non prenotiano alcuna struttura per la notte.

La Danimarca

L’autostrada danese, a pedaggio gratuito, ci impone una velocità massima i 110km/h che ci permette di ammirare lo spettacolo dai ponti che collegano le varie isole da Copenhagen fino alla penisola danese, che si continua poi con la Germania.

Ma i ponti a pagamento non finiscono con quello immenso dell’Øresund: altri 35€ vi verranno richiesti per attraversare il Ponte Odense (anche conosciuto come **Storebæltsforbindelsen — o Ponti della Grande Cintura).

Il pranzo

Nonostante la partenza all’alba arriva velocemente l’ora di pranzo e alle 13 circa, in cui decidiamo di organizzare il nostro tavolo in un’area di servizio verdeggiante, spaziosa, all’ombra di alberi, quasi al confine con la Germania.

Mangiamo quel che rimaneva del buonissimo salmone a lische acquistato in Lituania — ultimo ricordo tangibile della nostra permanenza lì. Salmone che si porta dietro tuttavia una serie di criticità, dato dalle mani oleose e maleodoranti a fine pasto (impossibile mangiarlo con le posate).

Incrociamo una coppia austriaca di mezza età che riparte; i due signori ci sorridono, forse memori del loro passato che teneramente riaffiorava ricordando quando con qualche anno in meno si cimentavano con coraggio in pasti improvvisati ma memorabili.

La Germania

E’ sempre un misto di piacere ed emozione poter percorrere le celeberrime autostrade tedesche, famose in tutto il mondo per l’assenza di limiti di velocità in alcuni segmenti stradali.

In queste strade qualunque motore montato su quattro ruote è libero di poter esprimere la propria potenza con le tempistiche e distanze preferite senza essere giudicato. E così star dietro a Volkswagen Up (Ciao Mamma!) a 150km/h o auto che mai avrei creduto potessero superare i 100km/h (fare invece quasi il doppio) è la norma, avvincente, che conferma la necessità di espressione di ogni motore.

Non mi lascio scappare l’occasione e, di tanto in tanto, lascio il turbodiesel di fabbricazione Bayesische Motorenwerke da 2 litri esprimersi liberamente, dove non vi è grande traffico.

Incredibile l’ordine di guida ed il sapiente uso che viene fatto degli indicatori di direzione.

A tratti senza limiti di velocità si associano tuttavia tratti con limiti di velocità, talvolta anche stringenti — in cui capiterà probabilmente vengano posizionati autovelox mobili. Per cui, in caso di limiti, prestate grande attenzione.


E’ quasi come stessimo facendo una passeggiata, fermandoci di tanto in tanto, senza fretta, con larghe pause e necessità del caso, cambio autista compreso.

Turno di guida concluso
Turno di guida concluso

La stanchezza comincia a farsi sentire e siamo già in viaggio da alcune ore, sono circa le 16 e non siamo che appena qualche km al di sotto di Kiel (sul Marb Baltico!).

Iniziamo quindi a cercare quella che potrebbe essere la città in cui passare la notte.

La Umweltzone

Ed è proprio con la lucidità e la freschezza di chi è in viaggio 8 ore e ha già percorso 600km che ci scontriamo con una Zona Traffico Limitato estesa a tutte le grandi città della Germania, di cui ingnoravamo l’esistenza.

Questa zona sembra estendersi fino alle periferie delle città, rendendo di fatto impossibile raggiungere pressochè qualunque hotel che cerchiamo di prenotare in assenza di vignetta esposta sul parabrezza.

Ed è così che dapprima desiderosi di prenotare a Marburg per incontrare la nostra amica Francesca — sposata e trasferita da alcuni anni con Stephan — e magari trascorrere una cena in allegra compagnia — ci ritroviamo a scartare una dopo l’altra le città che in ordine si presentano lungo l’autostrada sulla nostra via.

Non ci facciamo perdere d’animo e cerchiamo dei rivenditori di vignette, il cui costo risulta perfino essere contenuto.

Il primo — è chiuso. Il secondo non lo troviamo. Il terzo posto designato risulta essere perfino all’interno della Umveltzone e quindi inaccessibile.

Pensiamo — in principio — di tentare l’accesso all’hotel anche se sprovvisti della vignetta; ma poi pensiamo che, in caso il controllo sia effettuato mediante telecamere che identificano la targa (una sorta di Area B di Milano, per intenderci), la cosa potrebbe non rivelarsi un’idea saggia.


E così perdiamo anche ulteriore tempo in deviazioni alla ricerca della vignetta finchè, alle 19 passate, realizzando che qualunque altro rivenditore era ormai chiuso, ci rassegniamo e riprendiamo l’autobahn, passando in elenco nuovamente città per città, alla ricerca di un hotel in cui passare la notte.

Istruzioni per l’uso

La vignetta è acquistabile online attraverso il sito ufficiale del TUV SÜD (corrispondente più o meno alla nostra Motorizzazione Civile) al costo di 17,50€+s.s.

Dovrete fornire il vostro libretto di circolazione, targa dell’auto e la carta d’identità del richiedente per ricevere la vignetta color verde (in caso il vostro veicolo rispetti le limitazioni ambientali più severe) e poter entrare liberamente all’interno delle città.

In alternativa cercate la sede locale di TUV SÜD più vicina ed acquistatela in loco; fonti ci dicono sia pronta nel giro di alcuni minuti.

Frankfurt

Finchè non troviamo, finalmente, un hotel a Frankfurt, scelto non per la nostra convenienza ma perchè risulta effettivamente essere l’unico accessibile senza vignetta. Lo troviamo nel posto meno economico della città, nei pressi dell’aeroporto.

Dopo 995km, 13 ore di auto, arriviamo all’hotel che sono oltre le 23. Siamo letteralmente distrutti e senza energie, mentali ancor prima che fisiche.

Il ristorante è chiuso, e dobbiamo cenare in camera con del cibo che ci portiamo dietro per le emergenze. Ma non abbiamo nemmeno granchè fame, tanto siamo stanchi.

Trova spazio solo una birra defaticante, per stimolare il sonno (che in quest’occasione non ha decisamente bisogno di essere stimolato) — e per ripensare al folle giorno che abbiamo appena vissuto, fuori da ogni previsione quando — alle 8 del mattino — lasciavamo una Copenhagen perfino soleggiata.

Ma, in fondo, questi sono gli imprevisti di chi viaggia on the road e non programma nulla, prima di viverlo direttamente.


Qui il timelapse dell’intero, infinito, stancante viaggio:

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Il giorno dopo

Essendo stato il giorno prima particolarmente intenso per il nostro fisico, mi viene il dubbio che non possa esserlo stato anche per l’auto.

Ad ogni destinazione è stata mia cura, durante il viaggio, verificare sempre i livelli del liquido refrigerante e dell’olio motore, rimasti sempre in range di normalità.

Al mattino, però, la sorpresa: le sfuriate del turbodiesel ad oltre 200km/h hanno comportato la necessità di ripristino dei livelli liquido refrigerante.

Usciamo dall’hotel e la seconda tappa è un distributore, in cui far gasolio ed acquistare quanto necessario.

La prima decide invece di essere la colazione: usciamo dall’hotel con l’idea di recarci a far colazione in centro, ma ci rendiamo presto conto che tra viaggio di andata e di ritorno, potrebbe comportare un tempo non compatibile con le nostre tempistiche.

Ed è così che alle 11, senza aver ancora fatto colazione, decidiamo di metterci in viaggio e cercare la colazione altrove, dove la ormai famigerata vignetta Umvelt zone non fosse necessaria.

La Svizzera

Nel giro di un paio d’ore ci ritroviamo al confine con la Svizzera, in cui un doganiere ci ferma e ci chiede da dove venissimo e dove andassimo; gli basta sentire tre parole come Europe trip, Austria, Ceckia, Poland, Lithuania… che si stufa e ci lascia il via libera per passare.

Ci ritroviamo in Svizzera, nono ed ultimo stato del Europe Birthday Trip 20-23.

La vignetta

Per poter percorrere le autostrade svizzere avrete bisogno di dotarvi della vignetta autostradale LINK acquistabile alla dogana, poco prima di proseguire lungo l’autostrada.

Nel nostro caso eravamo già dotati di vignetta per cui non ci siamo preoccupati di procurarla alla frontiera.

L’autostrada

La Svizzera si conferma ancora una volta il vero collo di bottiglia di qualunque viaggio che ne preveda il suo attraversamento.

Limiti stringenti, roaming internazionale non compatibile, Waze non funzionante e navigazione complessa.

Per di più — causa lavori — il percorso per l’Italia è deviato su altro itinerario e ciò rende il suo attraversamento ulteriormente più complesso.

I limiti di velocità estremamente stringenti ed autovelox disseminati e nascosti rendono la guida snervante, frustrante, patologica.

Ed è così che — per percorrere i 300 e più km della Svizzera — impieghiamo quasi lo stesso tanto impiegato per percorrere la Germania dal suo confine a Francoforte.

Bilancio e considerazioni finali

Arriviamo a Pavia che è buio inoltrato; sono quasi le 22.

Parcheggiare l’auto sottocasa trasmette un misto di sicurezza perchè stanotte si dormirà a casa e un sentimento di amarezza, per il viaggio appena concluso. Da quel momento tutto sarebbe stato più facile: niente più itinerario da programmare, niente più pranzi da inventare, niente più supermercati in cui vagare alla ricerca di qualcosa da mangiare da portare in auto.

Il computer di bordo silenzioso proietta il bilancio finale dello Europe Birthday Trip 20-23, che aveva come idea originaria quello di condurci in Lituania in occasione del mio 34esimo compleanno — e poi allargato ad ulteriori itinerari.

Dieci giorni di viaggio, nove stati attraversati, migliaia di auto incrociate, decine di migliaia di persone incontrate per strada o nei vari posti; ognuna con una storia, una cultura, una identità.

I nostri occhi si sono arricchiti di meraviglie; ci siamo sentiti cittadini europei, nell’accezione più ampia del termine, con una identità culturale allargata ma con base quella italiana.

Il roaming internazionale, di cui a mio giudizio la cittadinanza europea è la massima espressione, non ci ha fatto mai sentire smarriti o senza possibilità di supporto. Questo è sempre un bene, a scapito delle nostre skill teniche e non tecniche — ma che ha reso un viaggio sulla carta ricco di problematiche quasi una vacanza rilassante, attraverso la varietà di culture in culla all’Europa.

Ed in fondo, questo era l’obiettivo dei padri fondatori, di cui il motto rappresenta a pieno l’ideale: uniti nella diversità.

Concludiamo il viaggio con all’attivo 5626 km, 76 ore di viaggio, migliaia e migliaia di foto — ed un diario cartaceo che, ammetto, non abbiamo più aggiornato dopo i primi giorni. Nel dettaglio — un consumo medio di 20,2km/L ed una velocità media di 77km/h.


Curioso di sapere quali sono stati i preparativi per il viaggio? Puoi leggerli su questo post.

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