Lituania-Lettonia (Winter): oltre Vilnius

Ep. 2

I fatti narrati, seppur raccolti in Aprile 2023 e pubblicati in Settembre 2025, si riferiscono ad un viaggio di metà Dicembre 2022.

La neve, il freddo, l’atmosfera natalizia ne sono testimoni.

Mentre Vilnius è stata a suo tempo per ben esplorata, per caso o per necessità, il resto della Lituania è sempre rimasto poco più che alcuni nomi sentiti e risentiti e qualche ⭐ su Google Maps, come a promettere che un giorno ci sarei stato, a funzione di memorandum. Quel giorno però, per alcuno di quei posti, non è mai arrivato.

Un posto in particolare però, scelto a caso tra le varie ⭐, l’ho rimosso dalla lista e si è trasformato in un ❣️ come a marcare il fatto che sia un must-see place.

Summer edition

Se cercate informazioni su cosa fare a Vilnius nella stagione estiva vi consiglio la lettura di questo post.

Se invece cercate qualche idea, sempre estiva, su cosa fare in Lituania potrete trovare interessante questo post

La Lituania

La Lituania, un tempo la nazione più povera del blocco baltico, ha una popolazione di 2,7 milioni di abitanti in una superficie grande quanto Piemone, Lombardia e Veneto insieme.

Un tempo terra di forte emigrazione e disoccupazione, il trend parrebbe (velocemente) cambiando: la Lituania ha mutato narrativa, è diventata nel tempo sempre più attrattiva sia sul mercato del lavoro (divenendo sede di sempre più Fintech, Revolut un nome a caso) sia per l’istruzione, divenendo meta di riferimento per gli studenti internazionali extra-europei desiderosi di acquisire un titolo riconosciuto in tutta l’Unione Europea.

La maggior parte della mia vita è stata tuttavia focalizzata su Vilnius, e a parte qualche rara trasferta a Klaipeda e Palanga, a Trakai o — solo di passaggio — a Kaunas — non posso dire di averla esplorata come forse avrei dovuto.

Vilnius non offre, oltre alle attrattive illustrate nel post precedente, granchè al turista consumatore di monumenti.

Al viaggiatore, offre una cultura radicata nel passato ma che cerca, a suo modo, di guardare al futuro.

Ma come sempre, la città raramente rappresenta la vera personalità della nazione, per cui questa volta decido — da expat lituano che vuole conoscere meglio la nazione, di noleggiare l’auto per una giornata e girare per i paesi nella regione della Contea di Vilnius.

L’auto a noleggio

In aeroporto troverete i più comuni servizi di auto a noleggio: Sixt, Europecar, Hertz… Ma anche alcuni servizi locali come Green Motion, Toprent, Ollex Rent a Car.

Valutate in base alle vostre abitudini o status o coperture assicurative — quale sarà il vostro noleggiatore.

Nel nostro caso anche questa volta ci siamo affidati a Sixt e, non avendo alcuna estensione di copertura e volendo essere rilassati e senza pensieri, abbiamo optato per la copertura completa kasko in fase di noleggio (che tuttavia ne farà aumentare sensibilmente la quota giornaliera, ma per un giorno di noleggio diventa pressochè insignificante).

Attenzione: non guidare se bevi

Digressione scontata, ma forse neanche tanto: al momento della scrittura di questo post, in Lituania, la guida è severamente vietata dopo aver bevuto anche solo mezza birra.

L’auto che ci è stata data — una Toyota Corolla — era equipaggiata per fronteggiare anche l’inverno più estremo come quello lituano: sedili riscaldati e gomme chiodate per procedere anche nelle vie cittadine più impervie.

Noleggiamo l’auto e, prima cosa — ci rechiamo a fare la spesa.

Sembrerà una cosa da poco, ma poter fare la spesa senza dover trasportare buste di cibo con all’esterno -10°C io lo considero un vero upgrade rispetto al periodo da studente in cui, invece, dovevo farlo.

Torniamo a casa e posteggiamo nel parcheggio condominiale: è tutto ad un livello di experience semplicemente godurioso.

Il racconto

Noleggiamo l’auto e, come prima cosa, vorrei mostrare a @washington_giò l’ospedale di riferimento di tutta la lituania, il Santariškės.

Non entriamo ma ci limitiamo a vederlo da fuori; mostro dove facevamo lezione e dove, proprio di fronte, in uscita, acquistavo pressochè a giorni alterni un kibinai. Ne acquistiamo due, caldissimi, e passiamo alla tappa successiva: Trakai.

Trakai

Posizione su Google Maps qui.

Un castello come quello delle fiabe, costruito su un’isola nel Lago Galvė e collegato da un ponte di legno.

Castello di Trakai
Castello di Trakai

In estate una piacevolissima meta in cui fare il bagno, un passeggiata o trascorrere una giornata immersi nella natura.

In inverno si trasforma in un vero e proprio inferno di ghiaccio: la neve è rimossa con meno cura dalle strade rispetto alla capitale, ed i parcheggi sono molti meno perchè ingombri dalla neve rimossa dalle strade: tante case colorate e di legno, alcune vecchissime, altre vecchie, altre di più recente costruzione, rendono vivace un posto che altrimenti saprebbe di pura desolazione. In giro — nessuno. Ma è comprensibile, essendo la zona attorno al lago meta del turismo stagionale mentre la maggior parte delle persone vive a Trakai town.

Vie di Trakai
Vie di Trakai

Prima di scendere dall’auto consumiamo la merenda a base di kibinai e, fatto coraggio, vestiti dalla punta ai piedi, scendiamo dal caldo abitacolo.


Ci dirigiamo lungo le sponde del lago in cui, con nostra grande sorpresa, si trovano delle bancarelle di suovenir locali, un po’ diverse rispetto a quelli acquistabili lungo la Pileg gatve — più a tema medievale. Delle signore, vestite con giacconi — sfidano il freddo per vendere la loro merce.

Fa talmente freddo che si fa fatica perfino a scegliere i souvenir e poi togliere i guanti per pagare! Ma nemmeno il gelo può bloccare l’acquisto di un bellissimo acchiappasogni a forma di albero di Natale.

Il lago è ghiacciato seppur non ci sia granchè da fidarsi, soprattutto a Dicembre: il freddo ha ghiacciato l’acqua da ancora poco tempo e la lastra di ghiaccio potrebbe non essere sufficientemente spessa per sopportare il peso di una persona… Meglio farlo a Gennaio quando ormai, l’inverno ed i -10/-20°C costanti hanno prodotto delle lastre spesse e resistenti.

Tuttavia non resistiamo e, con grande cautela e timore, in una zona in cui l’acqua è potenzialmente poco profonda, tentiamo il brivido di camminare sul ghiaccio.

L’accesso al castello è libero — e siamo anche gli unici turisti al momento del nostro arrivo; non entriamo nelle stanze e ci limitiamo ad una passeggiata all’interno delle mura e a qualche foto.

E’ da poco passato mezzogiorno quando decidiamo di dirigerci verso la tappa successiva.

Va ricordato che in questo periodo dell’anno le giornate sono estremamente corte. La fase daylight della giornata potrebbe durare fino al massimo le 15 per poi, complice anche il cielo plumbeo tipico di questo periodo, ritrovarvi nel giro di poco nel buio più profondo.

Ho ricordi di giornate in cui, perfino già dalle 14, il buio iniziava a farsi strada.

Non avventuratevi in escursioni coraggiose senza tenere a mente ciò!

Il pranzo

Pochi minuti, il tempo di impostare il navigatore — e siamo su strada.

Questa volta percorriamo la A2 direzione Panevėžys, ma con l’idea di deviare ben prima, a Ukmergė — per dirigerci verso Anykščiai ed il suo parco naturale.

Ed è proprio ad Ukmergė che decidiamo di pranzare nel miglior modo che potessimo, ovvero in una stazione di servizio Lukoil.

Ci sentiamo dei pionieri della russia, quasi come degli esploratori di terre lontane, desolate ed inospitali; come dei camionisti che impavidi e coraggiosi vivono il Mondo; come dei travelers che non sanno dove vanno, ma solo da dove vengono — e sanno fare di ogni piccola cosa un momento esperienziale.

Gli hot dogs di queste stazioni sperdute nell’ “artico sovietico” (previa verifica delle recensioni su Google Maps, ovviamente) si confermano tra i migliori che possiate mai mangiare.

Rifocillati di ottimo cibo, ma soprattutto salutare, preso il caffè espresso che ci viene a costare quasi quanto i due panini — ci rimettiamo in macchina.

Le strade iniziano a cambiare, l’atmosfera a farsi sempre più buia e cupa — quasi romantica — nell’accezione arcaica del termine.

Lungo la strada compaiono in lontananza dei basamenti con dei piloni che si dipartono verso il cielo, come fossero gambe di giganti avvolti dalla nebbia.

Un brivido ci pervade lungo la schiena, nel sentirci vulnerabili di fronte ad una Natura talmente potente ed indifferente.

Ci dobbiamo avvicinare un bel po’ per capire ca cosa siamo di fronte: delle pale eoliche.


Per fortuna però ci lasciamo alle spalle la nebbia man mano che ci avviciniamo alla nostra destinazione — il Parco Naturale di Anykščiai.

Sulla cima degli alberi

Posizione su Google Maps qui.

Destinazione del nostro viaggio è il Parco Naturale di Anykščiai ed in particolare il suo Observation tree walking path.

Lasciamo l’autostrada e subito l’atmosfera cambia: ci addentriamo nella Natura, quella vera, inospitale d’inverno, silenziosa, quasi abbandonata.

L’ambiente ci fa battere il cuore: migliaia di alberi innevati, sembra di essere in un sogno.


Il parco è organizzato lungo un percorso ma il nostro obiettivo è salire sul ponte che si erge sopra la foresta.

Questa è una struttura lunga 300 metri alta 34 metri che si articola attraverso o, per meglio dire — sopra la foresta del parco naturale — offrendo una vista esclusiva, nuova e diversa rispetto ad una classica passeggiata.

Per la sua realizzazione sono stati usati 395 tonnellate di metallo.

Ingresso
Ingresso

Il paesaggio, forse complice l’estrema temperatura — è incantevole. Si rimane ammaliati. Il silenzio che regna nella zona è qualcosa di esclusivo.

La passeggiata sospesa
La passeggiata sospesa

L’unico rumore è quello prodotto dal crepitio dei passi sulla neve o sulla passerella in metallo.

Observatory tower
Observatory tower

Oltre alla passeggiata — all’altezza della cima degli alberi — avrete la possibilità di elevarvi ulteriormente salendo su una torre alla fine del percorso.

Da questa torre avrete la visuale su tutto il parco. Non è tanto il panorama — quanto l’idea di poter ammirare quella sterminata landa lontana e ghiacciata, poco ospitale, severa — per noi tanto ostile ma affascinante ma in cui cui tuttavia — persone vivono e considerano “normalità” quel che per noi invece è semplicemente staordinario.

Spendiamo il poco tempo che ci rimane ancora di luce per esplorare anche il parco limitrofo, attorno alla imponente costruzione di freddo acciaio.

Ci incuriosiscono questi nidi di uccello e ci piace pensare che, in periodo estivo, ogni uccello riconosca casa propria al proprio ritorno — dopo aver svernato in posti più caldi.


Un video che forse renderà l’idea.

Credit: @washington_giò

Il ritorno

Il tempo residuo di luce ancora concesso da questa giornata invernale lituana volge al termine e, con un po’ di rammarico — ma anche un poco stanchi — ci avviamo verso l’auto, in cui troviamo immediato ristoro dalle temperature che, con il far della sera — erano diventate ancora più severe.

Temperatura esterna: -9°C
Temperatura esterna: -9°C

Le stesse strade, al crepuscolo — assumono un aspetto ancor più affascinante e misterioro. E’ in queste occasioni che mi rammarico di non riuscire a fare foto notturne adeguate, per catturare l’emozione invisibile dietro certi contesti: l’obiettivo della fotografia è quella di catturare emozioni, non cose — non paesaggi.

Crepuscolo
Crepuscolo

Di questo tuttavia spesso mi dimentico, preso dallo “scatto facile”.


Arriviamo tuttavia a Vilnius che ancora un filo di luce ci è concesso — e non posso esimermi dall’arrestare il veicolo proprio alle porte della Città — il cui ingresso è segnato dall’imponente scritta metallica e dalla bandiera municipale della contea.

Foto di rito
Foto di rito

Approfittiamo del tempo rimasto prima della consegna dell’auto (che preventivamente è stato concordato alle 22) per fare un giro in auto per la città.

Sono dell’idea che esistano varie esperienze che si possano fare all’interno della città, e tra queste vi è sicuramente il passeggiare per le sue strade in modo libero — andando dove porta il cuore e non dove conducono i mezzi del servizio pubblico.

Ed è così che facciamo una passeggiata verso verso la torre della TV — che troviamo svettante e colorata di verde che si erge indifferente e maestosa attraverso una coltre spessa di nebbia cieca.

L’esperienza di recarmi da al centro commerciale Akropolis dopo che per anni ho usato i mezzi pubblici, arrivandoci con tempo, fatica (anche perchè da dove risiedevo non vi erano collegamenti diretti, ma era necessario fare un tratto di strata extra-urbano anche un po’ pericoloso!) è anch’essa soddisfacente.


Ma queste, sono storie d’altri tempi.

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