L’articolo si potrebbe concludere già dopo il video di apertura.
Rappresenta il riassunto del mio viaggio durato 5 giorni a Seoul, una città dai forti contrasti a cui al quartier generale Samsung nel quartiere ricco si contrappone la piccola bancarella di verdura poco distante nel quartiere povero.
Ad Ottobre il clima è gradevolissimo: una passeggiata lungo lo Skygarden è il miglior modo per iniziare l’esplorazione di Seoul, e farsi una cultura sulle innumerevoli varietà di piante che son state posizionate lungo la passeggiata.
E’ un contrasto sociologico da studiare come abbiano costruito un posto tanto turistico e che richiami migliaia di persone ogni giorno proprio di fianco alla stazione, posto in cui vi sconsiglio di trattenervi nelle ore precedenti al calar del sole.
Se dovessi trovare due parole per descrivere Seoul userei due colori: verde e grigio.
La vegetazione anche dentro la città fa da padrona, è come camminare dentro una foresta ma con la differenza che il sentiero è tracciato con lastroni grigi.
Ingresso del parco Namsan Baekmu Square, che vi porterà alla Seoul Tower
Gli spazi son talmente vasti che raramente mi son trovato “soffocare” in mezzo alla folla di turisti.
Lasciandomi trasportare dalle altre persone, e seguendo il sentiero maestro mi son spiazzato di fronte a certi skyline mozzafiato.
La cosa che più solletica la mente è però l’accostamento tra moderno e storia. La storia non è messa da parte come in certe città: la storia è nella città, e questo accostamento edilizio avvenuto con il massimo rispetto lo dimostra.
Forme e modelli che si ritrovano spesso ed in modo ricorrente in varie strutture storiche disseminate sia in bellissimi parchi sia in giardini appartenenti a dimore dei potenti (in passato) di Seoul.
Mi reputo fortunato perchè inavvertitamente son capitato in visita a Seoul ad inizio Ottobre ― in corrispondenza della festività nazionale ― ed ogni angolo era adibito a festa con musica tradizionale coreana, rappresentazioni ed i monumenti della città erano gratuitamente fruibili ai turisti.
Anche le strade erano praticamente vuote, sinonimo di una città in pausa e concentrata ad onorare la festa nazionale.
E per la serie “a Seoul si può fare qualsiasi cosa si desideri”, ho concluso una serata in una libreria in centro; forse la più grande che abbia mai visto.
La Corea del Sud è la patria del libro. L’ebook reader Kobo ne è una dimostrazione. La libreria Kobo fruibile al pubblico permette sia di prendere un libro, sedersi comodamente a leggerlo oppure prenderlo in prestito o addirittura acquistarlo.
Cosa c’è di meglio di una lettura rilassante in una giornata di festa?
Peccato non essermi fermato a leggere un buon libro accompagnato da una gustosa tisana coreana. La bevanda l’ho presa comunque, per il libro è stato un po’ più difficile.
Uno degli ultimi giorni prima della mia ripartenza in Giappone ho addirittura sfidato la sorte e mi son fermato in uno degli innumerevoli garage adibiti a fruttivendolo e ho preso un frutto da gustare durante la passeggiata solitaria.
La domanda fatidica sorge spontanea: vale la pena visitare la Corea del Sud?
Gli scorci che offre valgono sicuramente il lungo viaggio in aereo dall’Italia. Semplicemente, è impossibile non innamorarsene. Una meta sottovalutata dal turista italiano che sa regalare emozioni particolari e rare.
Se poi avete paura di rimanere senza batteria nel cellulare per chiamare la vostra ragazza o moglie che verso le 14 locali si sta apprestando ad andare a dormire, non temete.
Seoul ha pensato anche a quello.