Il viaggio verso Kutaisi inizia con un romantico tramonto ad alta quota. Il volo da Roma FCO è arrivato in tarda notte (in Georgia il fusorario è GMT+4). In principio avevamo rifiutato il transfer offerto dalla struttura perché ― progetto iniziale ― se dev’essere un viaggio all’avventura il transfer non ci sta a fare nulla. Salvo poi decidere di richiederlo poche ore prima della partenza e…niente di più saggio e giusto.
Sceso dall’areo intono all’una di notte, un vento freddo ci accoglie ci da il benvenuto in Georgia.
E’ il solito vento dell’est, lo riconosco: una via di mezzo tra fresco e freddo, che si fa strada quando il sole è a riposo e punge la pelle. Mi piace da impazzire.
L’arrivo in aeroporto
Dall’aeroporto all’ostello a gestione familiare (La’Rooms) scelto è un viaggio romantico di 20 minuti, in cui ci vengono regalati i primi momenti di Georgia.
Se non avete la possibilità del transfer (pagato 30 lari), una corsa dall’aeroporto alla città viene dai 15 ai 20 lari.
L’arrivo in ostello mi ricorda tanto l’arrivo di 4 anni fa a Vilnius, in dormitorio. Parlavo inglese, ma in certi contesti non aiuta. E’ il russo ad aprire tutte le porte. Questa volta però ho studiato e non mi son fatto cogliere impreparato.
Spiego che vorremmo la colazione alle 9, che vorremmo acqua, e che pagheremo domattina poichè al momento senza cash ma solo con carta. Tutto semplice, rilassato.
Eppure sono emozionato.
Il risveglio
Al risveglio, mi affaccio dal balcone:
Vecchio, umile, ricco di storia. Come piace a me.
Mi cambio al volo, esco e vado a cercare un’ ATM per prelevare; lo trovo a poca distanza. Decido però di allungare il giro, per vedere quante più cose possibili.
E quel che vedo mi piace. Tantissimo.
Torno a casa, do uno sguardo ai soldi particolarmente fini ed un po’ usurati, prendo lo zaino e facciamo colazione.
Missione money exchange: completata con successo
La colazione è come l’aspettavamo: un misto tra internazionale e locale. Non leggera ma gradevole e particolare.
Ci viene preparata in diretta da una signora dall’aspetto tipicamente sovietico ― leggermente in sovrappeso ― con lo stesso amore di una nonna che la prepara ai nipoti: latte e pudding, omelette, salamini vari, minicroissant. Sembra un pranzo.
Durante la colazione parliamo con il tizio che poche ore prima ci ha portato dall’aeroporto all’ostello (in inglese questa volta). Ci spiega che essendo lunedì le Cave di Prometeo son chiuse e ci invita ad andare in centro.
Spostarsi a Kutaisi
Dal nostro alloggio il bus no. 1 al costo di 0.50 lari a corsa permette di raggiungere il centro.
Un altro modo efficace per spostarsi a Kutaisi sono i taxi. Vi basterà fermarne uno per strada e contrattare una volta saputo il prezzo. Tendenzialmente ai turisti sparano sempre un prezzo maggiorato; il prezzo finale starà invece alle vostra capacità di contrattazione.
Non ci sono in gioco grandi somme (al massimo pagherete 1 euro in più del reale prezzo) ma contrattare in questi casi diventa quasi divertente.
In caso però non ne abbiate proprio voglia, a Kutaisi (ed in generale in tutta la Georgia) funzionano molto bene queste due app: Bolt e maxim.
Maxim
Usatele entrambe: tendenzialmente maxim offre un costo della corsa minore ma non sempre troverete taxisti liberi o disponibili alla corsa al prezzo stabilito dall’app; in tal caso potrete o aumentare la base d’asta per far diventare la corsa più appetibile oppure attendere. Ed in certi casi l’attesa potrebbe diventare anche lunga.
Bolt
Bolt invece è leggermente più caro (parliamo di 1lari), ma una volta inviato l’ordine l’auto taxi arriverà nel giro di 3-5 minuti. L’auto è in genere di qualità superiore in quanto più nuove rispetto a quelle di maxim, ma quel che importa in certi casi è semplicemente riuscire a tornare a casa, no? 😉
Il Centro
Kutaisi è proprio una città inespressiva, non parla. I suoi abitanti parlano per lei.
Il centro è rappresentato da una piazza, qualche edificio “un po’ più bello degli altri” e poco altro.
Facciamo un salto all’ufficio turistico, ci suggeriscono di andare al monastero di Gelati con una Marshrutka in partenza dalla piazza dietro il Parlamento con partenza alle 8, alle 11, alle 14, alle 16 e alle 18. Gli orari di rientro invece 8.20, 12, 15, 17, 18.20.
Girovaghiamo un po’ nelle stradine, un po’ a caso, senza curarci di dove stiamo andando.
Però è ancora presto e decidiamo di fare un salto al mercato centrale.
Il mercato è uno spaccato di vita vissuta, di quotidianità, di popolo: emoziona e colpisce.
Vendono quasi di tutto: dall’utensileria ai libri al cibo al vestiario. E’ composto dalle bancarelle esterne, che danno sulla strada, e da quelle interne.
Sarà un caso, ma le bancarelle di frutta vanno per la maggiore. Frutta fresca, apparentemente saporita (in verità non eccessivamente), colorata. Ma anche frutta secca, noci.
E’ impossibile non comprare qualcosa e non farsi prendere dalla golosia.
La nostra attenzione viene attirata dai numerosi salsicciotti appesi un po’ ovunque. Chiediamo a destra, chiediamo a sinistra, capiamo che si chiamano Churchkhela, sono un prodotto tradizionale e all’interno possono avere o frutta secca o noci e l’involucro è a base di frutta.
Non ci ispirano particolarmente considerato come sono esposte all’aria e maneggiate, quindi decidiamo di non acquistare dopo aver assaggiato…errore.
Anche le spezie vanno per la maggiore, e per 3 GEL si può scegliere tra una quantità esagerata di sapori: oltre ai classici, anche rosa, kiwi, melograno, coriandolo.
Oltre ai Churchkhela, a base di frutta si trovano anche i Tklapi, sfoglie di frutta secca.
…e ancora Churchkhela…
Il pranzo
In un mercato, e a pochi passi dalla fermata della marshrutka, decidiamo di non spostarci e comprare qualcosa di tipico dentro il mercato: pane (consegnatoci in mano con un foglio di carta) e formaggio.
Quanto è buono il formaggio georgiano?
Da provare.
E’ squisito.
E’ saporito.
Verso il monastero di Gelati
Se non avete la minima idea di cosa sia una marshtruka e di quante persone può contenere, non siete soli. Riconoscerete una marshrutka da un bus a colpo d’occhio, dopo averci fatto il primo viaggio. E se è un’esperienza assolutamente da fare, certe volte diventa l’unico mezzo per raggiungere alcune destinazioni e fa parte del piacere di spostarsi in Georgia 😁
Inoltre, per quanto all’ufficio turistico ci avessero detto che i prezzo della corsa era 1 lari, l’autista ha ben pensato di farcene pagare 2…🤓
Tempo 30 minuti ― in 26 a bordo di una marshrutka da 13 posti ― e siamo al Monastero di Gelati, arroccato su una collina poco lontano da Kutaisi, costruito nel XII secolo (1100 circa),
Il monastero offre una bella veduta sulle colline dell’Imereti. Il complesso si gira completamente in 15 minuti, e completato il giro siam tornati verso l’entrata dove, con 5 Lari, si può bere una spremuta di melograno fantastica. Per poi rientrare, e godermi la vista. Senza fretta.
E l’interno, con tanto di passaggi segreti e botole.
Fuori dal monastero troverete varie bancarelle per acquistare souvernir, un po’ di frutta o un’ottima spremuta (consigliatissima quella di melagrana). Tra le bancarelle, alla ricerca di qualcosa di curioso, mi cade l’occhio su questo souvenir:
Ok che la bandiera sarda e quella georgiana sono estremamente simili, però non sono esattamente la stessa cosa…😂
La sera
Verso le 18 siamo di nuovo a Kutaisi.
Vale la pena ― per 1 Lari - fare la funivia in centro che passa sopra il fiume. La partenza si effettua da una cabina posta lungo il fiume esattamente dietro l’ufficio turistico.
Nulla di fantastico, però abbastanza emozionante e preoccupante vista l’instabilità ed i movimenti anomali che la cabina fa ad ogni vostro respiro durante la salita 😱
Per cena, ho tre posti da suggerire caldamente. Due li ho provati e mi son trovato benissimo. Il terzo avrei voluto (e ci ho tentato anche l’ultima notte prima della partenza da Kutaisi), ma non sarebbe stata esattamente una cena veloce e leggera e abbiamo desistito.
Vi consiglio:
- Palaty, in centro. Posto grazioso, internazionale.
- Georgian restaurant, nella strada tra Palaty verso Prague e AURA-caffè. Purtroppo non è presente su Google Maps.
- Toma’s Wine Cellar. E’ un po’ fuori mano, ma se siete riposati ed avete due ore di tempo per un antipasto, un entrée, un primo ed un secondo, un dessert (il tutto per 40 Lari), allora questo posto merita assolutamente. La particolarità sta nel fatto che il vino servito è prodotto dal proprietario (dalle sue vigne) mentre il cibo offerto è cucinato direttamente da sua madre “al piano di sopra” (come lui orgogliosamente vi dirà).
Prima di farvi accomodare, Toma vi farà fare il tour della sua cantina, in cui vi spiegherà come produce il vino che di lì a poco berrete.
La prima cena a Kutaisi è nel Georgian restaurant, a base di khinkali.
Ambientazione e cibo niente male, sembra di essere nel medioevo con bicchieri in legno, sedie ricamate e divanetti con cuscini impreziositi da nappe dorate.
La luce soffusa, l’ambiente volutamente anticato e grezzo lo rendono perfetto per una cena romantica. Il cibo poi è davvero buono!
Il khinkali è un raviolo gigante ripieno di carne e del suo brodino. Si deve (cercare di) mangiare senza disperdere il brodo contenuto all’interno nel piatto, e per farlo si afferra per il suo picciolo, si morde leggermente il fondo e si beve il contenuto. Una volta bevuto tutto, si può addentare per aprirlo.
Accompagnati da birra chiara georgiana. Se decidete di provare il vino, in Georgia la maggior parte delle vigne producono vino bianco. Il nero è meno diffuso.
Così si conlude il day #1 in Georgia.
Continua a leggere qui le avventure del day #2, ovvero del viaggio sul turboelica (😱) Vanillasky da Kutaisi a Mestia e del primo giorno nel caucaso 🤩
Se vuoi leggere dei preparativi del viaggio ― invece ― puoi farlo su questo post.