Kyrgyzstan

Bishkek, Burana Tower e Cholpon-Ata

Ep. 2

Le frontiere poste al confine degli Stati che un tempo appartenevano ad un unica bandiera — quella dell’URSS — evocano nell’immaginario collettivo un posto buio, austero, con il grigio come colore principale — protetto da guardie armate i cui volti non lasciano trasparire emozioni se non l’austera convinzione di servire per un bene superiore.

La frontiera tra Kazakhstan e Kyrgyzstan invece è una struttura moderna, o comunque ben conservata, con varie componenti in vetro che conferiscono un aspetto minimale e luminoso, anche nelle giornate più cupe.

Kirghizstan
Kirghizstan

Il bus Almaty-Bishkek

Il percorso da Almaty a Bishkek
Il percorso da Almaty a Bishkek

La città di Almaty è collegata alla città di Bishkek da un bus che parte dalla stazione di Sayran con una frequenza di cinque volte al giorno: 08:00 , 10:00 , 12:00, 14:00, 18:00 — al costo di 3 280 ₸ (circa 7€).

Entrata della stazione dei bus di Almaty
Entrata della stazione dei bus di Almaty

L’interno della stazione è estremamente ordinato, trasmette un’aria austera e solenne. Sembra quasi di essere dentro un museo.

Il tabellone analogico, con indicate le tratte e gli orari — concorre ancor di più all’idea di ordine, meticolosità, precisione ma soprattutto immutabilità.

Da questo sito potrete farvi un’idea della varie destinazioni raggiungibili da questa stazione, degli orari e del costo da sostenere.

Il viaggio dura circa 3 ore e mezza (anche se la durata può essere più o meno variabile in base alla congestione della stazione di frontiera) ed bus attraverserà la frontiera kazaka-kirghiza a Korday dopo circa 2 ore e mezza.

Il bus con cui viaggerete avrà probabilmente svariati milioni di km alle spalle, comfort pari a zero, finestrini inesistenti, aria condizionata funzionante a tratti; vestitevi dunque a strati per potervi agilmente spogliare in caso di troppo caldo.

Il bus
Il bus

Sembra incredibile pensare che fino a qualche anno fa anche i nostri bus erano dotati di esattamente questi comfort, eppure si viaggiava comunque e comodamente. Anche senza poter aprire un finestrino.

Fare questo genere di viaggi equivale a fare un viaggio nel tempo — alla scoperta di come eravamo.

Con piacere e con un po’ di simpatia notiamo come il bus in verità sia alla sua (minimo) seconda vita, proveniendo da una ditta italiana di autostrasporti.


Il bus è abbastanza capiente (è un bus turistico) quindi difficilmente rimarrete senza passaggio; noi abbiamo fatto (e pagato con carta) il biglietto direttamente in stazione. Forse perchè i primi giorni di settembre — ma non era particolarmente affollato.

Il viaggio prevede una sosta.

La sosta
La sosta

Alternerete tratti a quattro corsie ben asfaltati, a tratti non asfaltati — man mano che vi avvicinerete alla frontiera.

La strada
La strada

La frontiera, invece, vi lascerà probabilmente sorpresi: di austero e sovietico ha ben poco, ed anzi sembra di fare una passeggiata in una galleria di vetro al coperto.

La frontiera kirghiza
La frontiera kirghiza

Passerete prima attraverso il controllo kazako e, successivamente — ovviamente a piedi e con i bagagli — attraverso il vaco kirghizo.

La frontiera kazakha
La frontiera kazakha

Ci sorprende però che il passaggio non avvenga a ciel sereno ma attraverso un tunnel a vetrata che in caso di intemperie potrebbe risultare la cosa più bella che vedrete nelle prossime ore.

Prestate attenzione a non acquistare le simcard kirghize prima di aver effettivamente superato la dogana. Una serie di persone, più o meno affidabili, cercherà di vendervene una in modo insistente — ovviamente sovrapprezzandola.

Attraversate la frontiera, cambiate 20€ (che siano perfetti ed intonsi) ad uno dei tanti money exchange che troverete ed acquistate una sim (nel nostro caso Beeline con 10GB di traffico internet incluso) al costo di 245 som (circa 2,50€).

Lungo strada vediamo numerosi punti di sosta che abbiamo imparato a riconoscere e apprezzare durante i chilometri percorsi in Uzbekistan.

Arriviamo a Bishkek sul far della sera, intorno alle 19:30. Calato il sole la temperatura all’interno del bus si è fatta più umana e vivibile. Ad accoglierci un grande traffico. Tentiamo inutilmente di chiedere all’autista di fermarsi ove fosse possibile vista la vicinanza col percorso al nostro hotel ma è stato irremovibile: lo stop sarà alla stazione centrale.

La stazione, forse complice anche l’orario, appare spopolata e decadente. Ricorda, in un certo senso, il decadentismo e l’incuria che ci aveva trasmesso la stazione di Tbilisi

Stazione di Bishkek
Stazione di Bishkek

Il noleggio dell’auto

Ho già parlato dell’auto a noleggio nel post introduttivo, e non avrei potuto che parlarne bene perchè alla registrazione dei documenti è seguita una bella chiacchierata su dove avremo potuto andare e dove invece erano i posti vietati.

Ci spiega anche il motivo per cui nessuna assicurazione offre una polizza kasko per l’auto: in Kyrgyzstan solo una piccola percentuale del territorio è servito da strade, il restante territorio è montano ed è servito da passi o strade di montagna senza manutenzione — quando non addirittura percorribili se non con fuoristrada specifici e gomme adatte — per cui il rischio di distruggere l’auto per valanghe, ribaltamenti, smottamenti è elevatissimo. Per questo motivo venivamo invitati a studiare bene le zone vietate da contratto e per cui il mancato rispetto avrebbe comportato un’ammenda pari a 5000$.

Abbiamo spiegato il nostro itinerario e ci son stati dati suggerimenti in merito.

Al momento della consegna delle chiavi dell’auto, però…l’intoppo: non sono presenti i documenti all’interno, cui seguono le scuse di rito e la promessa che, se fossimo ritornati da lì a due ore, un loro impiegato si sarebbe adoperato per recuperare copia dei documenti.

Passano le due ore, in cui nel frattempo non facciamo assolutamente nulla perchè con i bagagli al seguito, decidiamo semplicemente di attendere.

Alle 14:00, dopo tre ore di attesa, riusciamo a prendere effettivo possesso dell’auto e partiamo — a digiuno — alla volta di Burana Tower.


Nell’attesa dei documenti ne abbiamo approfittato per andare a fare la spesa e comprare sia qualcosa per il pranzo ma anche per la cena, non sapendo cosa ci avrebbe aspettato a Cholpon-Ata e temendo di rimanere senza cibo.

I noodles a tal proposito si sono rivelati una scelta vincente, anche considerato il thermos elettrico a 12V che ci siamo portati dietro, per fare il caffè.

Se l’idea di maneggiare una cartina vera, cartacea, eccita almeno quanto noi e pensate possa aiutarvi a ricreare ulteriormente il mood adventure — apprezzerete il negozio Geoid.

Faticherete un po’ a trovarlo: si trova al secondo piano di un palazzo a tre piani, all’interno di un condiminio. Le indicazioni sono scarse ma, seguendo esattamente la posizione fornita, lo troverete.

Per poco meno di 1€ porterete a casa una cartina stradale del Kyrgyzstan. Un po’ inutile considerato che vi muoverete per la maggior parte del tempo usando Yandex Map ma, visto il costo contenuto, perchè rinunciare a questo souvenir così retrò?

Il percorso da Bishkek a Cholpon-Ata
Il percorso da Bishkek a Cholpon-Ata

Burana Tower

Posizione su Google Maps qui.

Vista dalla sommità
Vista dalla sommità

La torre di Burana è il minareto più grande del Kyrgyzstan settentrionale e si trova a circa 80km da Bishkek. Per raggiungerla dalla capitale vi serviranno tra l’ora e mezza e le due ore.

Cartello che indica inizio di una regione
Cartello che indica inizio di una regione

Il tratto di strada che vi separa dalla capitale è particolarmente lungo per il costante limite di velocità di 60km/h con numerosissimi posti di blocco con tanto di autovelox. La strada ha comunque due corsie per senso di marcia, il che rende la guida comunque poco stressante se non per il fatto di guardare, continuamente, di rispettare il limite imposto.

Esempio di autovelox
Esempio di autovelox

Yandex Map vi aiuterà sia ad individuare la strada sia a segnalarvi gli autovelox — sia fissi sia mobili.

A piccoli tratti di strada extraurbani si alternano, quando non ci finiamo direttamente dentro seguendo il percorso della strada, villaggetti, ognuno dei quali ha un caratteristico e variopinto cancello d’ingresso all’inizio della diramazione laterale che porterà poi al centro del villaggio.

Cancello di ingresso ad un villaggio
Cancello di ingresso ad un villaggio

Ogni villaggio che attraversiamo ci pare sostanzialmente identico al precedente, ma ciò che li distingue è il forte senso patriotico che permea l’aria, ovunque ci si giri si notano bandiere kirghize e rimandi al simbolo nazionale: l’aquila.

Breve storia

La torre è quel che rimane oggi della città di Balagasun (città fondata alla fine del IX secolo d.c.) e fu costruito nell’XI secolo d.c. Nel corso dei secoli la città si è poi sviluppata facendo si che che quel rimane oggi — detto zona di Burana — rappresentasse la periferia Ovest della città.

Botola sulla sommità della Torre di Burana
Botola sulla sommità della Torre di Burana

Originariamente alto 45 metri oggi ne raggiunge appena 25, e la ricostruzione visibile oggi è frutto di un restauro degli anni ‘70. Venne inizialmente costruito come templio principale, circondato da altri minareti — andati distrutti nel tempo.

Burana era una tappa dell’antica Via della Seta

Attualmente esiste un villaggio omonimo a circa 6km di distanza.

La Zona di Burana include sia la torre sia una serie di pietroglifi.

A parte troverete anche un museo il cui ingresso va pagato con un biglietto a parte.

La leggenda

La leggenda legata alla torre narra invece che quest’ultima fu costruita per proteggere la figlia del khan del tempo per cui, al momento dei festeggiamenti per la sua nascita, un chiaroveggente disse al padre che la figlia sarebbe morta a 16 anni a causa del morso di un ragno velenoso.

Dettagli
Dettagli

Il khan, per evitarne la morte, fece erigere la torre al cui interno viveva la figlia e tutto ciò di cui aveva necessità veniva cautamente ispezionato per escludere la presenza di ragni velenosi.

Il giorno del suo 16 esimo compleanno — il padre le regalò un cesto di frutta fresca, anch’esso attentamente ispezionato. Ma non sufficientemente con scrupolo perchè la figlia, nell’atto di prenderne un frutto, fu morsa dal ragno velenoso e morì.

Come raggiungerla

Sulla via che da Bishkek vi porta a Cholpon-Ata — uscite a Tokmok. Da qui seguite le indicazioni per Burana.

La strada che vi aspetta sarà mal curata, in mezzo ai campi kirghizi, finchè non arriverete al cancello della Burana zone.

Prestate attenzione alle tempistiche perchè il sito chiuderà alle 17 nel periodo invernale mentre alle 19 nel periodo estivo.

La zona

Il ticket di ingresso ha un costo di 60som da corrispondere all’ingresso, subito varcato il cancello.

Ingresso
Ingresso

Per raggiungere la sommità della torre dovrete prima arrampicarvi su una ripida scala a chiocciola esterna in ferro, dopodichè dovrete gattonare e farvi luce nella salita della scala a chiocciola interna, con una pendenza non da ridere ed un buio all’interno tanto che avrete necessità di farvi luce con una torcia per evitare di inciampare con il rischio di farvi anche malissimo.

La vista dalla sommità non è granchè.

Tuttavia ne abbiamo approfittato per riprendere un po’ il fiato, mangiare e **far volare il drone **.

I petroglifi hanno una faccia che trasmette simpatia, a tratti tenerezza :D per i più curiosi sull’argomento lo studio di ogni singola pietra potrebbe portarvi via un po’ di tempo.

I pietroglifi
I pietroglifi

Noi ci siamo limitati a poche, simpatiche, foto con quei faccioni eterni — perchè la nostra destinazione finale — Cholpon-Ata, era ancora ben lontana, e temevamo di dover guidare al buio. Cosa che poi, purtroppo, siamo stati obbligati a fare.

Da Burana Tower a Cholpon-Ata

Lasciato Burana Tower, in direzione Balychky, ad un certo punto la strada diventa improvvisamente più scorrevole: non è più presente il limite di velocità di 60km/h e la strada assume la parvenza di una superstrada nostrana. Il limite si innalza a 90km/h ma gli insediamenti umani diventano via via più rarefatti, in una strada-serpentone che si articola, in salita, tra la valle delle montagne adiacenti.

La strada che abbiamo percorso è la strada del turismo che porta i turisti dalla capitale alle località balneari, di cui la più famosa è Cholpon-Ata. Prospiciente alla strada — l’unico binario presente in tutto il Kyrgyzstan — del treno che percorre la tratta Bishkek—Cholpon-Ata—Bishkek.

E’ la strada delle vacanze, del lago.

Non mancano gli advertising, dei veri capolavori: si spazia dalla Coca-Cola, a banche, ad altre attività. Ognuna con il proprio logo reso 3D e svettante.

Il sole si fa sempre più arancione e le montagne, di terra rossastra, si incendiano sul tramonto — con il sole che si inclina sempre di più alle nostre spalle, abbandonando il tepore diurno e lasciando sempre più spazio ad un fresco irruento, che poco dopo sarebbe diventato freddo — anche a causa del vento che, sprezzante, si insinuava nelle valli e le percorreva.

Sono “solo” 200km, dei quali da Balychky in poi essenzialmente di quattro corsie, abbastanza curata, ma con limite 90km/h — limite difficile da superare anche per via di come si articola la strada, tra i tornanti della valle tra le montagne.

Arriviamo nel passo più alto del percorso, in cui un vento imponente ed una temperatura improvvisamente fredda si sono fatti spazio dopo i momenti cocenti del sole.

Foto di rito
Foto di rito

Facciamo una foto rapida, sgranchiamo le gambe e proseguiamo.

E non possiamo fare a meno di immortalare certi carichi sporgenti… che suscitano pure qualche battuta, ma solo finchè qualche trasportatore non perde il carico (come è successo a noi con delle rotoballa di foraggio!) e solo la distanza di sicurezza ci ha evitato il peggio oltre una risata ed un battuta!

Fantasioso tappo della cisterna
Fantasioso tappo della cisterna

Per il resto la strada è spesso uguale, si ripete. Sempre uguale a se stessa.

E a tratti si snoda tra le montagne, altre su altipiani in cui sembra addirittura di star percorrendo una strada in pianura.

Ci incuriosiscono un po’ certi cartelli, a cui non riusciamo a dare un chiaro senso, se non uno: la Cina sta investendo nella realizzazione delle infrastrutture anche in Kyrgyzstan (così come avevamo visto anni prima in Georgia), se non fosse che qui troviamo la cosa più coerente essendo le strade kirgize attraversate da tantissimi camion cinesi.

Sulla carta sono pochi km, ma vuoi per il limite di velocità (90km/h, quindi ottimo), vuoi per la strada…ci stanchiamo parecchio.

Cholpon-Ata

Arriviamo a Cholpon-Ata a notte inoltrata — alle 21 circa.

Residence park e le montagne
Residence park e le montagne

Il paese conta 14’ooo abitanti ed è considerato un paese-resort proprio perchè l’estate è la principale località balneare e turistica di tutta la zona del Kyrgyzstan settentrionale.

Nella zona sono presenti numerosissimi sanatori e la fama di località turistica deriva dal tempo dell’Unione Sovietica in cui si era soliti organizzare tour di massa per categorie di lavoratori.

A parte la strade principale, mediana, che taglia in due il paese dal lato più prossimo alle rive del lago Issyk-Kul, le restanti strade interne sono strade bianche, mal segnalate, mal organizzate.

Pensate: arrivate in un posto ignoto, alla ricerca del vostro alloggio, per le strade scarsamente illuminate, polverose, senza grandi indicazioni o insegne che vi indichino se siete nel posto giusto o meno.

Parcheggio l’auto nei pressi di dove il navigatore ci indica essere arrivati. Il primo sentimento è quello di timore. Vedo delle persone in fondo alla via, vedo delle insegne mal illuminate ma per cui devo avvicinarmi. Chiedo a mia sorella di chiudersi in auto, e scendo.

Nel mentre che cerco di capire dove si trovi l’alloggio (in effetti su quella stessa via ce n’erano alcuni, con nome simile) — un ragazzo si avvicina e mi viene incontro — parlando prima in russo — poi in inglese.

E’ Djuan — il figlio della proprietaria dell’alloggio.

Conoscere Djuan, un ragazzo sulla trentina, lo ammetto, mi ha svoltato la giornata. Pochi minuti di conversazione, ma mi sembra di conoscerlo da sempre. Mi racconta del suo periodo all’estero a Singapore prima ed Hong Kong poi, in cui ha studiato Economia e Finanza associato al Marketing. Nonostante si trovasse bene lì, alcuni anni fa ha deciso di tornare nella sua terra, dov’è nato. Lavora in smart-working ed è felicemente insediato a Cholpon-Ata, dove vive con la famiglia. Mi rassicura che il giorno dopo non avrei trovato lui ma, in caso di necessità — la sorella — anche lei fluente in inglese.

La madre non parla inglese. Ma sia lei sia la sorella sono persone squisite. Ci sentiamo quasi a casa.

Ma soprattutto mi rassicura: Cholpon-Ata è un posto tranquillo.

Il nome

Il nome del paese, tradotto dal kirgyzo, significa padre delle stelle — analogamente a quanto visto per Almaty che invece significa padre delle mele.

Statua della Libertà
Statua della Libertà

Questa statua ci ricorda qualcosa…dove l’abbiamo già vista? Ma a Kiev, naturalmente!

Dove dormire

L’offerta a Cholpon-Ata è prevalentemente rappresentata da guest-house con solo qualche hotel, che per le nostre date scelte non era disponibile. Inoltre @frupari chiedeva insistentemente un’esperienza autentica e genuina come quella di una guest-house — rispetto ad una asettica dell’hotel.

Motivo per cui la scelta è stata quasi obbligata e, dopo aver studiato l’offerta, abbiamo prenotato Family Guest House.

La camera è costruita in legno: il pavimento, le pareti, le mura esterne sono in legno. E’ presente un climatizzatore ed il bagno è particolarmente scarno. Alcuni difetti, forse legati all’usura, non la rendono tuttavia una camera particolarmente elevata e, per la cifra spesa, considerati i prezzi medi — ci si aspettava di più. Non sono presenti shampoo e gel doccia/sapone, ma per fortuna avevamo con noi qualche confezione mono-uso da viaggio.

L’incontro con Djuan, però, è quel che ha reso la nostra permanenza serena.


Non immaginatevi Cholpon-Ata come un posto sperduto — perchè sperduto non è. Ci sono numerosi market alimentari con chiusura alle 23 ed uno, addirittura, aperto 24 ore su 24.

Potete quindi star sereni che, anche arrivando stanchi ed affamati, Cholpon-Ata non vi lascerà senza cibo e acqua!

Dove mangiare

E’ lo stesso Djuan che ci suggerisce dove mangiare, anche considerata l’ora.

Ci rechiamo così (in auto, anche se relativamente vicino, proprio perchè le strade senza marciapiede e non illuminate le percepivamo come pericolose) a mangiare da Barashek.

Locale lussuosissimo, cibo squisito, esperienza per me assolutamente top. Qui ho mangiato uno dei migliori shashlik all’agnello di sempre!

@frupari si “accontenta” di un lagman fritto, che tuttavia non la esalta.

Prendiamo addirittura il dolce.

Cosa vedere

Se non siete di fretta, fare una passeggiata per le rive del lago potrebbe rivelarsi una piacevole camminata.

Addestratori di aquile
Addestratori di aquile

Il giorno della nostra passeggiata era atteso nel parco una personalità illustre per cui sono stati richiamati i vari addestratori di aquile, oltre a maestranza dell’artigianato tipico locale.

Cholpon-Ata è un paese di cui rimangono probabilmente i resti di un passato glorioso, e lo testimoniano le numerose fontane senza acqua, le statue presenti, i giardini pubblici non più curati o addirittura senza più piante.

Residence Park

Posizione su Google Maps qui.

Centro culturale “Ruh Ordo” che include 5 cappelle delle quattro principali del mondo (Cattolica, Ortodossa, Islam, Buddismo, Giudaismo).

Il ticket di ingresso ammonta a 500 Som (circa 5€) e subito dopo una guida vi porterà in giro per il parco per un tour di circa 10 minuti illustrandovi le principali strutture e la storia del posto.

All’interno varie realizzazioni artistiche e architettoniche particolarmente fotografabili, quasi maestose.

Nei pressi una spiaggia accessibile in cui (a piacere) poter fare il bagno con annesso acqua-park…nel lago!

Noi abbiamo evitato, ma solo perchè eravamo con i tempi contati 😁

Subito accanto, un attracco di imbarcazioni. Non saprei dire se l’imbarcazione fosse adibita all’uso privato o permettesse ad eventuali turisti di fare un tour del lago.

I negozi lungo-lago

A ridosso delle rive incolte delle sponde nord del Lago Issyk-Kul un viale con portici di particolare fattura che portano indelebile il marchio di fabbricazione made in urss ospitano varie nicchie di negozi in cui troverete, a mo’ di bazar, quasi ogni cosa possa servirvi, dal cibo alla chincaglieria al vestiario. Trovete anche numerosi negozi di simcard e telefoni.


Decidiamo di non trattenerci ulteriormente: ci aspettano 150km, pochi sulla carta — ma proprio per questo siamo consapevoli del fatto che perdere tempo pensando di averne a sufficienza è il miglior modo per arrivare, ancora una volta, tardi alla prossima destinazione: Karakol.


Puoi leggere l’episodio #3 qui.

Se invece vuoi leggere quali sono stati i preparativi per il Kyrgyzstan puoi farlo su questo post.

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