In piena filosofia con il blog ― per cui più che le parole devono parlare le immagini ― mi son reso conto che scegliere poche immagini che rappresentassero le Lofoten non solo sarebbe stato difficile, ma anche, probabilmente, ingiusto.
Nel dubbio ho inserito qualche foto in più del solito.
Non vogliatemene.
Isole Lofoten: difficile descriverle con una parola; lontano da tutto e da tutti, la vita scorre lenta. Meta puramente turistica, in pochi son rimasti a vivere effettivamente lì tutto l’anno.
Man mano che vi avvicinerete con il battello realizzerete come la catena delle Lofotenveggen ― apparentemente ininterrotta, in verità è rappresentata da numerosissimi faraglioni e montagne con vari paesi di pescatori ― spezzati da canali e da fjordi.
In queste isole la vita scorre serena e tranquilla.
Quando, dopo aver viaggiato in Norvegia, crederete che nessuno spettacolo naturale possa più stupirvi ― ecco che le Lofoten si preparano a farlo nel modo più spietato possibile.
Rimarrete colpiti, estasiati, innamorati da questo posto. Tuttavia…
Le Lofoten
Per secoli l’arcipelago delle Lofoten ― il cui skyline è disegnato dai picchi delle vette del Lofoten wall ― formato da isole e faraglioni che popolano il Mar di Norvegia ― è stato “solo” un centro di pesca invernale.
All’inizio dell’anno l’incontro della Corrente del Golfo con le acque gelide dell’oceano attira i merluzzi dal Mare di Barents. La stagione dura da Febbraio ad Aprile ma produce lavoro anche per i restanti mesi dell’anno ― come testimoniano le rastrelliere di legno disseminate sul territorio per essiccare il pesce, popolate dai pesci in inverno e vuote d’estate.
Le isole Lofoten ― centro di attrazione turistica ― rappresentano la vera essenza fiabesca della Norvegia settentrionale.
Pur essendo al Nord, il clima rimane più mite rispetto alle altre zone alle medesime latitudini.
Gli spostamenti
Qualunque sia il vostro piano di viaggio ― è importante tenere a mente che nello spazio prospiciente al molo di partenza del battello troverete una vasta pensilina coperta e riscaldata con annessi servizi igienici.
Qualora quindi arrivaste a Moskenes nel cuore della notte ― come era nel nostro calendario ― ed abbiate difficoltà a spostarvi o vogliate basare i vostri spostamenti sui bus ― non presenti la notte ― attendere e ristorarsi in quest’area qua potrebbe essere un’ottima idea.
I vari villaggi sono collegati dalla E10 (la più a Nord delle strade europee: parte da Å ed arriva fino in Svezia per un totale di 850km) e non sono molto distanti gli uni dagli altri.
Da inizio 2008 la E10 fa si che non sia più necessario il traghetto per congiungere le varie isole dell’arcipelago.
Tragitto | Distanza |
---|---|
Å – Moskenes (porto) | 5 km |
Å – Reine | 10 km |
Å – Hamnoy | 13 km |
Å – Leknes | 65 km |
Å – Svolvær | 130 km |
Å – Tromso | 550 km |
Bus
Esiste una rete di bus interurbani. Per il biglietto potete far riferimento all’app del servizio di trasporti:
Mentre per stabilire l’itinerario e gli orari di transito e partenze potete far riferimento al sito dell’azienda.
Auto
Nei pressi del Porto di Moskenes troverete due noleggi auto, con cui sarebbe meglio intrattenere prima i contatti onde prenotare o evitare spiacevoli inconvenienti.
Uno è Rent a Car _ Moskenes ― che noleggia auto di seconda mano e presenta il front-desk proprio a due passi dal punto di attracco del battello. Potrete contattarlo anche tramite la pagina Facebook omonima.
Il prezzo dell’auto è di circa 700NOK al giorno, qualora optiate per l’auto più economica.
Vi sconsiglio caldamente il noleggio presso questa sede.
Oltre a darvi un auto ammaccata, mal ridotta, non moderna (la nostra era del 1999) ― dovrete firmare un contratto in cui vi impegnate a pagare 10000 NOK (pari a 1000€) in caso roviniate l’auto.
Il servizio assistenza in caso di problemi è assente: su Facebook non sempre rispondono, via SMS rispondono quando trovano il tempo. Il front-man al nostro arrivo non parlava inglese.
Le auto noleggiate ― esplicitamente di seconda mano ― hanno un rapporto qualità-prezzo pessimo.
Da contratto non potrete uscire dalle Lofoten (GPS a bordo?) ― pena il pagamento di 250€. Vi sfido tuttavia a voler affrontare così tanta strada con l’auto che vi verrà data…
L’altro autonoleggio ― di cui non è presente sito internet ― è AVIS Leiebil _ Moskenes. Purtroppo non ho informazioni a riguardo.
Il mio consiglio tuttavia è quello di noleggiare l’auto presso un altro autonoleggio (e.g. a Bodø), assicurarla come meglio preferite ― ed imbarcarla sul traghetto.
Risparmierete in brutte sorprese e guadagnerete in sicurezza. Soprattutto se vi avventurerete sulle Isole in periodi dal clima non estivo.
Sarà possibile fare rifornimento di benzina o gasolio a Reine.
E’ l’unico distributore di carburante della zona ovest delle isole Lofoten.
Noleggio Van
L’altra alternativa ― non vissuta personalmente ― ma suggerita da una collega e viaggiatrice è quella di noleggiare un van presso Artic Campers a Tromsø.
In questo modo potrete vivere in libertà, a contatto con la natura norvegese, e svegliarvi con l’alba sui fjordi delle Lofoten.
I paesi
Pochi e rapidi da visitare, ognuno con una sua storia e sua caratteristica. Li imparetete velocemente, e vi saranno rapidamente familiari. Quasi amichevoli.
Å
Il paese più ad ovest di tutto l’arcipelago ― nonchè il paese con il nome più corto. Non solo di tutta la Norvegia ― ma del mondo intero.
Il suo nome significa piccolo fiume anche se con il tempo ha assunto un duplice significato: non solo è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese ma è anche l’ultima città della Norvegia ― all’estremo Ovest.
Si legge “o”.
Questo cartello viene rubato molto spesso proprio per la sua particolarità.
E’ un villaggetto di appena 150 persone ― ma è una delle località più suggestive delle Lofoten, con una serie di rorbuer ed edifici incuneati tra le montagne che seguono l’andamento del fjordo.
Le prime tracce del paese si trovano nei registri parrocchiali del 1567 e ― prima del (recente) boom turistico ― si è sostentato negli anni con la pesca del merluzzo.
Vi starete chiedendo cosa c’è oltre Å?
Un parcheggio ― che fa finire la strada a cul-de-sac.
Curiosità: all’inizio del 1900 Å contava 91 abitanti: 10 erano commercianti e loro parenti, 18 appartenenti alla servitù e 63 erano pescatori con le relative famiglie.
La società era gerarchica: i pescatori non possedevano le terre (nemmeno quella in cui veniva costruita la loro casa) e per pagare l’affitto lavoravano nei campi nel periodo estivo; durante la stagione del pescato, invece, non avevano alcun potere sul prezzo del pesce ― da cui derivava il loro sostentamento.
Moskenes
Sarà il vostro punto di riferimento qualora decidiate di esplorare le Lofoten partendo con il traghetto da Bodø.
Reine
Incantevole porto che occupa la metà settentrionale di un piccolo promontorio ― la cui caratteristica sono i sottili moli fiancheggiati da rorbuer rossi che si stagliano ai piedi delle cime aguzze delle Lofoten wall.
Nel tempo ha attratto fotografi di tutto il mondo ― per le sue acque cristalline e per i suoi riflessi.
Troverete a Reine l’unico distributore di carburante delle Lofoten.
Il paese è sicuramente il più bello e caratteristico tra tutti quelli che incontrerete nelle Lofoten.
Sakrisøya
Il paese delle yellow houses. Qui troverete tutti i rorbuer di colore giallo.
Qua si trova la famosa Yellow house di cui parlo in Dove alloggiare.
Sakrisøya è un “piccolo” isolotto roccioso ― collegato da due punti ― a 4km da Reine, proprio all’imboccatura del Reinefjord. Posto perfetto per le escursioni in kayak o in barca a remi (spesso prestate gratuitamente dagli stessi rorbuer!).
Maggiori informazioni sulle esperienze potrete trovarle sul sito di Reineadventure.com oppure Pukka Travels
Hamnøy
Seguendo la E10, a pochi km da Reine ― incontrerete un piccolo villaggio di pescatori tra i più caratteristici ― costituito dalle tipiche case rosse dei pescatori.
Leknes
Provate ad avventurarvi un po’ ad Est ― verso la penisola ― seguendo la E10.
Arriverete a Leknes ― la prima vera cittadina con tutti i servizi.
Qui troverete il negozio di souvenir Lofoten Gaver og Brukskunst. Merita di essere visitato non solo per uno sguardo alla cittadina (il primo vero centro urbano con un supermercato degno di questo nome) ma anche per il negozio di souvenir davvero ben fornito…
Provate le marmellate. Non ve ne pentirete.
Nel tragitto
Man mano che vi allontanerete dai complesso di villaggi ad Ovest delle Lofoten le abitazioni diventeranno via via più rade ― lasciando spazio a km inabitati, bradi.
La E10 vi permetterà di percorrere svariati km su strade panoramiche con viste mozzafiato (attenzione a fermarsi: le strade sono molto strette!) e ponti caratteristici.
Ogni qualvolta troverete un cartello con la lettera M starà ad indicare che potrete fermarvi qualora in senso opposto stia arrivando una macchina ed evitare di dovervi incontrare in un tratto di strada in cui invece la carreggiata è ristretta.
Dove alloggiare
Nei vari paesi descritti sopra troverete varie formule di pernottamento, prevalentemente tutte rappresentate da rorbuer.
Cos’è un rorbu
Un rorbu è la tradizionale capanna dei pescatori dove il pesce appena pescato viene cotto sulle stufe a legna ed il tempo passa serenamente.
Il nome rorbu deriva da ror ― remare ― e bu ― abitazione.
I primi rorbu furono costruiti dai pescatori di passaggio ― stanchi di dover dormire sotto le barche rovesciate sulla spiaggia.
Questi ripari venivano costruiti sulla riva o su palafitte e dipinti di rosso con vernice a base di olio di fegato di merluzzo.
Erano composti da due stanze: una per mangiare e dormire e l’altra usata come magazzino.
Alcuni dei vecchi rorbu sono sopravvissuti; altri sono stati recentemente costruiti e vengono ― oggi ― affittati ai turisti.
Eliassen Rorbuer
La nostra scelta è caduta su Eliassen Rorbuer. Potrete trovarlo anche su Booking.com.
Senza sapere verso cosa andavamo incontro ― abbiamo prenotato un rorbuer in prima fila ― vista mare.
Sono dei rorbuer un po’ diversi dagli altri: oltre ad una grande vetrata (per ammirare l’immensità della natura ― in estate ed in inverno) dispone anche di una finestra sul cielo ― per gli aurora hunters.
E’ un vero e proprio residence ― con i vari rorbuer.
The Yellow House
Forse il rorbuer più famoso di tutte le lofoten. Forse per la sua unicità, è necessario prenotare con largo anticipo.
Un rorbuer completamente indipendente, su due piani.
Dove mangiare
La nostra permanenza è stata breve e non ci ha dato grandi possibilità di esplorare i vari ristorantini della zona ― unito al fatto che alcuni (stagionali) avevano già chiuso.
Abbiamo fatto però qualche esperimento.
Ristorante di Eliassen Rorbuer
Son rimasto un po’ deluso dal ristorante. Non tanto per la struttura interna, che invece era molto carina ed in linea con l’antichità del posto.
Quanto per la cucina: al momento della nostra visita il menù consisteva in primi piatti di origine esclusivamente italiana.
Ci siamo “accontentati” di un antipasto della casa (ovvero un tagliere di salumi) ed una zuppa: 500NOK.
Forse il periodo ― ma non ci siamo trovati benissimo.
Anita’s Sjømat
Anita’s Seafood è sicuramente uno dei posti migliori in cui abbia mai mangiato ― sia per cibo, qualità e location.
Mangiare un burger di merluzzo insieme ad una fish soup accompagnati da birra local il tutto immersi in un ambiente in cui il lampadario è creato a partire da una struttura cui sono appesi ad essiccare merluzzi ― con la vista sul fjordo.
Tutto insieme è un mix unico: pranzare qua diventa un’esperienza emozionale oltreché culinaria.
All’interno del ristorante troverete anche uno shop in cui potrete acquistare salsicce di vario genere (cervo, balena) e altri derivati marini.
Straconsigliato.
Posizione su Google Maps qui.
L’esperienza
L’aurora boreale
Evento inaspettato ― ma su cui non contavamo: vedere la luce del nord.
E’ esattamente come me la ricordavo dalla Lapponia: maestosa.
Stanchi sul divano alziamo gli occhi al soffitto del rorbuer: la vetrata del solaio ci permette subito di realizzare lo spettacolo che fuori si teneva.
Usciamo e con gli occhi increduli, naso all’insù e fare sognante iniziamo ad inseguire la luce del nord ― che sbucava dalle vette del Lofoten wall e si disperdeva in tutto il cielo, pulito per l’occasione.
Foto e video non potranno comunque mai riprodurre l’emozione di trovarsi lì, in quel villaggio fiabesco, con le casette rosse, letteralmente sul mare, con una brezza di mare fresca ma non invadente, ad ammirare estasiati e seguire fino alla fine lo spettacolo della luce del nord.
Per ammirare la luce del nord ― oltre ad essere fortunati affinchè ci sia un’adeguata attività solare ― il cielo dovrà essere anche completamente terso e sgombro da nubi.
Esistono delle mappe con previsioni in cui viene stimato giorno per giorno quale sia la probabilità che la luce del nord appaia.
Sunsire
Sedetevi nella saletta panoramica del vostro rorbuer (ottima scelta pagare poco in più ed essere in prima fila) e, con un caffè o tè caldo, gustatevi il tempo che passa.
L’alba proiettata sul Lofoten wall unita al fresco non umido della mattina, unito al rumore del mare, sveglia la mente ed il corpo.
Se vi sveglierete abbastanza presto ― potreste essere fortunati ed ammirare il sorgere del sole.
Il Mare del Nord
Aggiungo alla personale collezione #worldseachallange una nuova foto ed un nuovo mare visitato ✔️
Le escursioni
Le Lofotenvaggen o Lofoten Wall sono le montagne a punte di origine vulcanica che contraddistinguono lo skyline delle Lofoten e che si estendono per circa 160km ― apparendo alla vista dal battello proveniente da Bodø come una ininterrotta catena di cime imponenti.
La più famosa nei pressi di Reine è sicuramente quella di Reinebringen ― al momento della nostra visita inagibile perché in corso di manutenzione ad opera di sherpa nepalesi giunti appositamente per la manutenzione.
Per noi sarebbe comunque stato impossibile avventurarci lungo il percorso considerato quanto ci è accaduto a Bodø.
Anche con le limitazioni agli spostamenti ― abbiamo esplorato fin dove si poteva arrivare con l’auto.
Consigliati
Di seguito alcune esperienze che, avendo più tempo, mi sarebbe piaciuto fare.
Henningsvaer Stadium
Definito dai più come lo stadio più panoramico del mondo ― è costruito su un braccio di terra nei pressi di Helladsøya.
Posizione su Google Maps qui.
Il museo dello Stoccafisso
Rimarrete sorpresi almeno quanto lo sono stato io quando realizzerete che il nome del museo è proprio quello italiano senza nessuna traduzione.
Gli italiani sono stati tra i primi a valorizzare il baccalà ed iniziare la tradizione dell’essiccatura ― resisi conto del potenziale e della bontà del pesce essiccata con l’aria della zona.
Nel museo troverete soddisfatte le vostre curiosità sul processo produttivo del merluzzo ― da quando viene pescato a quando viene legato per essiccare (rigorosamente a coppie).
Posizione su Google Maps qui.
Il ritorno alla realtà
I risvegli prima delle partenze non sono mai piacevoli; immaginate se la sera prima vi siete addormentati in una casa fiabesca ― costruita sul mare ― e vi siete addormentati con lo sciacquio delle onde sotto la camera da letto.
Un dramma.
Ancor più drammatico se la sveglia è alle 4.30, dovete raggiungere Moskenes alle 6.30 ed avete il terrore l’auto non parta.
Un mix pericoloso, come fuggitivi nel cuore della notte.
Arriviamo al porto, lasciamo l’auto nel parcheggio dell’autonoleggio, saliamo a bordo.
Torniamo a Bodø, torniamo alla realtà. Con gli occhi carichi di meraviglia.
Il viaggio volge al termine. Prossima tappa: aeroporto di Bodø; direzione: Oslo.
Puoi leggere il day #8 qui.
Se invece vuoi leggere quali sono stati i preparativi per la Norvegia puoi farlo su questo post.