Georgia-Azerbaijan

tour del Canion Martvili e delle Cave di Prometeo

Day #10

L’ultimo giorno della nostra avventura, l’epilogo di un viaggio contraddistinto da una continua corsa contro il tempo. L’aereo che ci riporterà in Italia partirà all’alba dell’indomani da Kutaisi e ― per ovvie ragioni ― decidiamo di trascorrere l’ultima notte a Kutaisi.
Per via del fatto che il lunedì non vengono effettuate visite alle Cave di Prometeo ed essendo noi arrivati di lunedì ― era stata necessaria una riprogrammazione dell’itinerario.
Avevamo dunque deciso di effettuare il giro delle Cave e del Canyon l’ultimo giorno utile: il decimo.

Sempre mediante l’agenzia Smart Travel Georgia siamo riusciti ad organizzare un day-trip da Tbilisi per le Cave e per il Canyon, con la possibilità di essere scaricati direttamente all’hotel di Kutaisi invece che tornare a Tbilisi insieme al restante gruppo.
Scelta che si è rivelata semplicemente eccellente.

L’organizzazione non è stata all’altezza di quella del giorno precedente, non avevamo guida, ma dal punto di vista economico è stata una scelta vincente.

La partenza

Ci mettiamo in viaggio alle 7.30 verso Kutaisi. Siamo in 4 ed il viaggio sarà su una moderna Hyundai con autista. Mi siedo davanti, per avere la possibilità di fare foto lungo il viaggio.
Nota negativa: l’autista non parla inglese, ma è disponibilissimo a comunicare ed il modo si trova velocemente: il traduttore simultaneo vocale di Google Translate.

Parliamo un po’ sulla Georgia, un po’ in inglese, un po’ in russo.
Il viaggio da Tbilisi a Kutaisi dura circa 4 ore, più che sufficienti per ascoltare e comprendere il suo punto di vista.

Ci racconta che la Georgia per la sua posizione geografica è un crocevia di merci e la maggior parte della popolazione svolge il lavoro di autista. Non necessariamente di camion merci, ma anche semplicemente di marshrutka, taxi e altre tipologie.
Questo fatto, unito alle strade, alla loro anima spericolata fa sì che i morti nelle strade siano numerosissimi. Ci parla addirittura del 10% l’anno, ma non è un dato verificato. Le cause sono da addebitarsi prevalentemente ai sorpassi.

I morti sulle strade

I Georgiani sorpassano. Devono sorpassare. Non importa se in prossimità di un dosso o di un tornante, se la visibilità sia buona o no, se sia in arrivo un’altra macchina o no. Loro superano. I più accorti suonano leggermente il clacson prima di iniziare la manovra ma non è la regola. La regola è che se un sorpasso va contro le minime regole di sicurezza, allora loro lo fanno.
Roba da matti.
Ma loro ― che sanno come funziona ― cercano di agevolare il sorpasso in tutti i modi, spostandosi sulla destra (sia la macchina da superare che quella che viene in senso opposto) e creando una “terza corsia centrale” che permette di concludere il sorpasso.

Alla luce di questo ― capiamo il perchè all’entrata di Kutaisi fossero così abbondanti i carrozzieri ed i meccanici. E capiamo anche il senso delle auto incidentate posizionate capovolte lungo le strade in qualità di pubblicità progresso.

Per non parlare poi delle bestie presenti lungo il percorso. Ma loro sanno che dietro una curva potrebbe nascondersi una mucca che pigramente va in giro.

D’un tratto, finisce l’autostrada, ed iniziano i tornanti. Notiamo che i lavori per il prolungo della strada a scorrimento veloce proseguono e l’autista ci fa notare come gli operai siano cinesi.

D’acchito credo di non aver capito. Poi continua la spiegazione.

Le infrastrutture made in China

La Cina sta investendo in Georgia. Non solo economicamente ma anche in forza lavoro. Nei cantieri per la realizzazione del prolungamento autostradale che da Tbilisi porta a Kutaisi lavorano numerose persone dai tratti cinesi, da operai a capicantiere e ingegneri; spesso affiancati ai georgiani, altre volte autonomamente.

Le cave di Prometeo

L’ingresso vi sarà consentito pagando la quota corrispondente al vostro “status”.
Per i turisti il prezzo del ticket è pari a 23Lari (~7€) + 17.25Lari (~5.5€) in caso vogliate fare l’ultimo tratto con il battello; per i georgiani i prezzi sono leggermente inferiori: 11.50 Lari per l’ingresso alle cave + 11.50 Lari per il battello.

Acquistiamo solo il biglietto per le cave.
Scendiamo.

Ed entriamo.

Le cave

Le cave di Kumistavi ― anche note come Cave di Prometeo ― sono collocate vicino alla città di Tskhaltubo, 20km da Kutaisi nella regione dell’Imereti. Queste cave sono le più grandi della Georgia ― sebbene solo 1/10 sia aperta ai turisti. E’ necessaria un’ora per visitarle ed all’interno sono presenti laghi e fiumi sotterranei; l’umidità all’interno è molto alta e la temperatura è costante (14°C).
Potrete scegliere di percorrere i 1600 metri di percorso sotterraneo a piedi e ― solo alla fine ― percorrere il fiume sotterraneo con un battello.

Il nome origina dal famoso mito Caucasico di Amirani. La leggenda narra che Amirani ― come prometeo ― si inimicò gli dei e per punizione le aquile mangiarono il suo fegato giorno e notte; a differenza di Prometeo, però, Amirani fu incatenato all’interno di questa cava, da cui il nome per similitudine con il mito di Prometeo.

All’interno affascinanti stalatiti e stalagmiti affascinato i turisti, insieme a cascate pietrificate, laghi e fiumi sotterranei.

Un sistema di luci sotterraneo rende l’atmosfera ancora più magica e suggestiva, insieme ad un sistema audio che fa risuonare musiche rilassanti e mitiche lungo le varie cave.

Tra luci, musiche, tenebre ed umidità l’esperienza fuori dal normale è assicurata.

Illuminazione interna
Illuminazione interna

Questo il video dell’esperienza all’interno cave.

Il Canyon Martvili

Seconda tappa della giornata. Per il giro turistico del canyon abbiamo la necessità di trattare ― ancora una volta ― con un driver locale munito di auto 4x4. Dico “ancora una volta” perchè starà alle vostre capacità di trattatare il prezzo finale. Nel nostro caso è stato di 40 lari a testa.

Quindi saliamo sul mezzo dalla dubbia affidabilità (al ritorno l’inaffidabilità sarà confermata: ci siamo impantanati e l’auto si è spenta!) e ci incamminiamo verso la prima tappa.

Prima tappa

Posizione su Google Maps qui.

Il fiume che scorre nel canyon è il fiume Abasha, e lungo il suo percorso sono presenti numerosi spot suggestivi da ammirare ed immortalare, da gustare nel silenzio dell’acqua che scorre. Alcuni coraggiosi riescono anche a farsi il bagno, ma l’acqua gelata offre un’esperienza non proprio piacevole.

Il primo spot è una piccola cascata lungo il decorso del fiume e, per arrivarci, è necessario passare sopra un ponte in ferro.

Addentrati nella foresta, seguiamo il sentiero per alcuni minuti.

Alla fine del sentiero ― uno spiazzo ben curato, con varie casette in legno che sembrano offrire (quando ci siam stati noi era quasi del tutto deserto) vari servizi come cibo, bibite fresche etc.

Di fronte a questo spazio organizzato in modo “recettivo”, la prima cascata:

Lunga esposizione
Lunga esposizione

Trascorriamo qui un po’ di tempo ― il tempo di consumare il pranzo al sacco, e nel frattempo si succedono i coraggiosi che sfidano la Natura e decidono di farsi un bagno di salute in quell’acqua cristallina e ghiacciata.

Ad un certo punto la guida ci chiama: è tempo di spostarci verso la tappa successiva.

Dettaglio della cascata
Dettaglio della cascata

Seconda tappa

Posizione su Google Maps qui.

Non so se il tour vari da guida a guida, ma nel nostro caso per arrivare al secondo spot siamo dovuti passare dentro un giardino privato ― previa autorizzazione del proprietario alla guida.

E ci incamminiamo verso il fiume ― seguendo il rumore dell’acqua che scorre.

Prima, però…

Gnam!
Gnam!

Son rimasto colpito negativamente dal sapore dei caki. Forse l’estrema vicinanza con il fiume, ma avevano un sapore scialbo, annacquato, poco gustoso. Esternamente bellissimi e lucenti, peccato per il sapore.

Lungo il bordo del fiume sembra di essere all’interno di una foresta incantata. La luce penetra debole attraverso le fronde degli alberi e crea riflessi come attraversa l’aria inumidita a ridosso del letto del fiume creando un’atmosfera quasi surreale e magica.

La foto di copertina di questo post è stata scattata in questo spot, ma non rende appieno giustizia alla suggestività di questo posto.
Decisamente il più nascosto ed il più impressionante ed emozionante tra tutti gli spot.

Peccato che per accedervi dobbiate passare attraverso una proprietà privata!

Terza tappa

Posizione su Google Maps qui.

Location molto meno suggestiva rispetto alla precedente ― anche perchè lo spot precedente sarà difficile da battere.

In questo spot il fiume rallenta, creando delle insenature e piscine naturali in cui è possibile (ancora una volta) tentare di fare il bagno… il massimo che son riuscito ad immergere son stati i piedi, e per una decina di minuti!

Quarta tappa

Posizione su Google Maps qui.

Inizia a fare tardi e la luce del sole a diminuire quando arriviamo alla quarta ed ultima tappa del tour. Un’altra cascata, un altro slargamento del fiume, un altro ponte. In questo spot non ci tratteniamo molto: iniziamo ad essere stanchi e la levata notturna inizia a farsi sentire.

Torniamo alla jeep, e con la guida torniamo al nostro driver che pazientemente ci ha atteso.
Come da accordi ― ci porta all’hotel di Kutaisi (che sconsiglio caldamente).

Un altro luogo particolarmente gettonato è il Canyon di Okatse in cui però noi non abbiamo fatto in tempo ad andare. Non lontano al Canyon di Martvili, il Canyon di Okatse offre panorami mozzafiato ed una lunga passeggiata lungo un ponte sopraelevato.
Lo inserisco per completezza e come promemoria per il futuro: chissà che riesca a visitarlo nella prossima visita in Georgia?

Vi consiglio, invece, di cenare presso Toma’s Wine Cellar. Toma è il proprietario del ristorante, produttore di vino che ha deciso di ampliare l’offerta fornendo ― nel seminterrato della sua casa ― tavoli in cui poter gustare pietanze tipiche georgiane preparate direttamente dalla madre al piano di sopra. Il menù completo, a Ottobre 2019, al costo di 40Lari (~13€). Purtroppo eravamo un po’ di fretta e non ci siamo fermati ma, considerate le recensioni, merita assolutamente.
Tenete a mente che Toma è orgoglioso del suo ristorantino e vi accoglierà con un grande sorriso e per prima cosa vi farà fare il tour della sua cantina.


Al banco della reception, dopo i saluti del caso, con la valigia in mano, non ho più fretta.
Il viaggio volge al termine, non ci sono più attività da incastrare, corse dell’ultimo minuto per arrivare da una parte all’altra e non perdere nemmeno un’occasione.
Saliamo su, in stanza, e pazientemente riorganizziamo le valigie per far fronte all’ormai solito sovraccarico di bagagli che mal si addice ai pochi bagagli che invece possiamo trasportare con noi in aereo.

Dopo 4 anni riesco a visitare la Georgia (e ― fuori programma ― l’Azerbaijan). Per certe cose mi ha sorpreso, per altre mi ha impressionato, per altre ancora deluso.
Se anche solo per un’istante ― leggendo questi miei post ― vi è venuto il desiderio di visitarla, fatevi un regalo per l’anno appena iniziato e concedete a questa terra un paio di giorni.

Ne tornerete arricchiti, con qualche avventura in più da raccontare e con qualche souvenir da conservare con cura nella bacheca dei ricordi.


Qui finisce il mio ultimo giorno in Georgia.

Se vuoi leggere dei preparativi del viaggio puoi farlo su questo post.
Puoi invece leggere il day #9 qui.

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